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Egitto, il Tribunale respinge la richiesta di scarcerazione per Zaky

Entrando in manette, lo studente ha risposto ai cronisti che gli chiedevano come stava: "Tutto bene". Amnesty: "Al suo fianco ancora più forti"

Il tribunale di Mansura, dopo un'udienza di soli dieci minuti, ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dai legali di Patrick George Zaky, lo studente dell'Università di Bologna arrestato al rientro in Egitto con accuse di propaganda eversiva. "Il ricorso è stato respinto", ha detto uno dei legali del ragazzo Wael Ghaly. Entrando in manette, Zaky ha risposto ai cronisti che gli chiedevano come stava, "tutto bene". 

All'udienza hanno assistito quattro diplomatici. Due di Italia e Svezia, che rappresentavano l'Unione europea nell'ambito del programma di monitoraggio, insieme a uno statunitense e a un canadese.

Secondo quanto riferito da uno dei legali di Zaky, la decisione non è stata accompagnata da alcuna motivazione, in quanto si è trattato di un'udienza chiamata solo ad "accettare o respingere" il ricorso contro la custodia cautelare.

"Famiglia non parla nell'interesse di Patrick" "La famiglia ha deciso di non fare alcuna dichiarazione a proposito del processo - ha poi spiegato l'avvocato dello studente egiziano Questa decisione è stata presa nell'interesse di Patrick". Una fonte giudiziaria ha inoltre commentato lascelta del giudice di respingere il ricorso come "inspiegabile: ci si aspettava un rilascio su cauzione. Ma questo processo è politicizzato". 

Le accuse contro Zaky "Patrick George è accusato di aver diffuso notizie false e comunicati tesi a turbare la pace sociale, incitare a manifestazioni non-autorizzate", ha ricordato una fonte giudiziaria. "E questo - ha aggiunto la fonte riassumendo le accuse del procedimento "7245 del 2019" - allo scopo di sminuire il prestigio dello Stato, turbare la quiete e la sicurezza pubblica istigando a rovesciare il potere e a propagare idee di natura tale da sovvertire i principi fondamentali della Costituzione".

Amnesty: "Campagna ancora più forte" - Il giovane è apparso in buone condizioni a chi era nell'aula. Immediata la reazione di Amnesty alla notizia. Il portavoce in Italia Riccardo Noury ha espresso "delusione" e ha spiegato: "Avevamo sperato in un esito diverso. C'erano segnali che potesse andare diversamente: un'aula piena di giornalisti, internazionali ed egiziani, di diplomatici, italiani inclusi. Ma non è servito a nulla. Adesso ripartiamo con una campagna ancora più forte, più viva" in vista dell'udienza del 22, in cui si deciderà se rinnovare la detenzione preventiva, per arrivarci "ancora più determinati". 

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