Via libera al processo sul caso Gregoretti, la lunga giornata di Salvini al Senato: "Tornerò al governo, rifarò tutto"
L'Aula (senza la Lega) autorizza il processo. Ma l'ex ministro si toglie i sassolini dalla scarpa e accusa gli ex alleati. E il popolo della Rete tifa per lui
Alla fine il Senato ha dato l'autorizzazione a processare l'ex ministro Matteo Salvini sul caso Gregoretti. Ma è stata una lunghissima giornata quella di Salvini a Palazzo Madama, culminata col suo intervento. Prima ha chiesto ai suoi senatori di disertare il voto poi, quando l'Aula ha dato l'ok alla magistratura, Salvini ha tuonato: "Fiero di quanto fatto e quando tornerò al governo lo rifarò".
Quello avvenuto al Senato era un voto quasi scontato. Il governo non era presente per evitare un possibile "scontro" con Salvini ma lo stesso leader della Lega li ha più volte citati in causa. La mattina per l'ex ministro è trascorsa con molte riunioni coi suoi.
La fidata Giulia Bongiorno nel suo intervento ha chiesto a Salvini di "non cadere in una trappola, di non abdicare al ruolo della politica, alla separazione dei poteri". La Bongiorno invitava il Senato a votare con coraggio perché quello fatto da Salvini "era un atto politico e che solo la politica poteva giudicarlo e non la magistratura". Una alzata di palla per la schiacciata di Salvini che ha chiesto ai suoi senatori di uscire e non votare dando quindi via libera di fatto ai suoi antagonisti che lo hanno mandato a giudizio.
"Sono d'accordo con quello che dice Giulia Bongiorno ma le devo disubbidire perché sono testone e stufo di impegnare quest'aula con il caso Diciotti, Gregoretti, Open arms e chissà quanti altri ne arriveranno su una questione per me talmente ovvia", ha detto Salvini aprendo il suo intervento. Ed è stato un discorso molto emozionale in cui è stata tirata in causa la patria, la difesa dei confini e della famiglia. Quando Salvini ha citato l'sms del figlio col suo "forza papà" qualcuno ha rumoreggiato, ricordando il famoso "non si mettono in mezzo i figli" di salviniana memoria.
"C'è bisogno di una cavia? Eccomi. L'unica mia preoccupazione non è per me - ha detto Salvini - mi spiace per i miei figli, per ciò che domani leggeranno sui giornali, che il loro papà è un criminale e un sequestratore". E a chi criticava le sue affermazioni sulle preoccupazioni solo per i figli, Salvini ha gridato: "Chi borbotta contro di me, non ha ricevuto come ho avuto io il messaggio 'forza papà!'. Allora lei taccia. Portate rispetto per due ragazzi che vanno a scuola e non rispondono delle accuse al padre". "Voi di democratico non avete davvero nulla", aveva aggiunto Salvini ai contestatori per poi chiedere l'intervento della presidente Casellati: "Così, pero', perdo la pazienza".
Salvini ha poi tirato dritto: "Ritengo di aver difeso la patria ma per altri sono un pericoloso criminale: andrò in quella corte rivendicando la mia linea sui migranti" chiamando anche in causa i suoi ex alleati di governo. "Posso star simpatico o antipatico, ma chiunque in Italia sa che avremmo fatto di tutto per bloccare gli sbarchi clandestini. E sono contento perché lo abbiamo fatto insieme agli amici del M5s", ha aggiunto il leader della Lega.
E nella conclusione è arrivato il suo anatema: "Io voglio sapere se difendere l'onore e la sicurezza dell'Italia è dovere di un politico o è un crimine che può essere punito con 15 anni di carcere. Io voglio che qualcuno risponda una volta per tutte. Se avessi rubato qualcosa avrei paura, se avessi stuprato, violentato, ammanettato, avrei paura. Non ho paura". "Sono assolutamente tranquillo e orgoglioso di quello che ho fatto. E lo rifarò appena tornerò al governo".
L'hashtag di Salvini superstar - Per tutto il giorno twitter e Facebook sono stati invasi dai sostenitori di Salvini. Complice, probabilmente, anche la famigerata bestia, il team social dell'ex ministro. "Grazie a chi sta twittando .iostoconSalvini, addirittura primo nelle tendenze italiane. Sento forte il vostro affetto", ha detto lo stesso leader della Lega al Senato.