“Accendiamo la luce della speranza”

Cuneo si prepara per il Guinness nel nome della beneficenza: mille baby sciatori a Prato Nevoso per l'ospedale Gaslini di Genova

“Accendiamo la luce della speranza” è lo slogan dell'evento di sabato 15 febbraio lungo le piste della Conca: una fiaccolata per "abbracciare i piccoli malati oncologici ricoverati"

© Ufficio stampa

Aspira a diventare la fiaccolata da Guinness dei primati quella benefica organizzata sabato 15 febbraio a Prato Nevoso (Cuneo) con mille baby sciatori delle scuole di sci. All'imbrunire si scenderà, infatti, lungo le piste della Conca con una fiaccola accesa in mano per "abbracciare i piccoli malati oncologici ricoverati all'ospedale Gaslini di Genova". L'evento, alla seconda edizione, ha per slogan “Accendiamo la luce della speranza”. Con un'offerta minima di 5 euro si punta a bissare il successo del 2019, quando si raccolse una cifra sufficiente per allestire una sala giochi e un ambulatorio nel nosocomio genovese.

L’appuntamento è per le 17 di sabato in Conca. A quell’ora si inizierà la distribuzione delle fiaccole in un clima di festa tra balli, giochi e animazione. Tre quarti d’ora dopo ci sarà la salita in vetta alle piste e alle 18,30 il lunghissimo serpentone luminoso scenderà con mille baby sciatori accompagnati dai loro maestri.

"Una fiaccolata sotto le stelle – promettono alla Prato Nevoso spa, – accompagnata dalle canzoni più belle per rendere l’atmosfera ancora più suggestiva e avvolgente".

Sarà una delle fiaccolate più grandi d’Europa per numero – spiegano gli organizzatori -. Ci apre il cuore sapere che aiuterà anche a raccogliere fondi per far star bene tanti piccoli pazienti oncologici. Alcuni di loro, guariti, sono stati ospitati la scorsa estate a Prato Nevoso. Una vacanza con le loro famiglie all’insegna del divertimento e della gioia ritrovata dopo la malattia”.

E dopo la fiaccolata dei piccoli a Prato già pensano a un notturno dedicato sempre al Gaslini fissato per il 6 marzo. L'incasso di quella serata sugli sci sarà devoluto per intero all’ospedale genovese perché “fare del bene fa star bene”.