storie di moda

D1 Milano. A San Valentino fai indossare il tuo tempo a chi ami!

Qualità e dettagli estetici di pregio per orologi da polso che fanno tendenza

di Elena Misericordia

Mancano pochi giorni a San Valentino, la ricorrenza più attesa dagli innamorati di tutto il mondo. Secondo la tradizione antica, il tratto caratteristico di questa festa consisteva nello scambio di “valentine”, bigliettini d’amore, sagomati a forma di cuore. Ma, a partire dal XX secolo, l’usanza degli scritti amorosi ha iniziato a cedere il passo allo scambio di doni. E allora, quale migliore idea di regalare un orologio alla persona che ha conquistato il vostro cuore? Un accessorio intramontabile per suggellare il tempo prezioso che trascorrerete insieme.

D1 Milano è il brand di orologi fondato da Dario Spallone, giovane e talentuoso imprenditore di soli 27 anni, con le idee ben chiare ed un progetto preciso, che ha iniziato a prendere forma sui libri dell’Università: realizzare un orologio di design, elegante e funzionale, ad un prezzo accessibile. 

Gli orologi da polso D1 Milano, sia per uomo che per donna, si propongono come audace rivisitazione dell’alta orologeria degli anni ’70. I modelli classici vengono così reinterpretati in chiave contemporanea, aggiungendo un twist inedito e attuale, sempre in linea con le nuove tendenze.  

Pulizia delle forme, qualità, raffinatezza estetica, dettagli originali, queste le cifre stilistiche del brand di origine italiana, oggi distribuito in 31 paesi nel mondo, con sede a Dubai e uffici ad Hong Kong.
Ma non finisce qui. I particolari che di norma contraddistinguono soltanto gli orologi di alta fascia vengono proposti ad un prezzo altamente competitivo. In questo risiede il più grande punto di forza delle collezioni D1 Milano, pensate per un pubblico giovane, alla moda, attento ai dettagli di stile…quelli che fanno davvero la differenza!

Chi è Dario Spallone? Quali sono le tue origini e qual è stato il tuo percorso di formazione? 

Sono di origini romane, ho frequentato la scuola americana e mi sono laureato alla Bocconi. Anche se l'investimento iniziale nella mia azienda è stato ridotto rispetto ad un settore riconosciuto come "capital intensive", io – a differenza di molti imprenditori – non potrò mai definirmi “self-made”, avendo avuto alle spalle una famiglia che mi ha sempre supportato e diverse persone con le quali ho portato avanti il mio progetto; insieme a loro, grazie al merito e ai valori di ciascuna, oggi posso condividere i traguardi raggiunti. Questa per me è davvero la cosa più importante.

Giovanissimo, a soli 27 anni, sei già un imprenditore di successo. Quando e come è nato il brand D1 Milano? Da dove deriva la scelta di questo nome? 

Imprenditore di successo è un parolone perché non credo di aver ancora raggiunto risultati così importanti. Tutti si focalizzano sulla figura dell'imprenditore e su come sia nato il brand, pensando che questi siano davvero gli unici elementi determinanti. Io invece ritengo che l'idea alla base di un progetto, come il suo periodo di nascita, non siano altro che episodi necessari nell’ambito di un processo molto più ampio ed articolato, nel quale giocano un ruolo essenziale tante persone ed altrettanti passaggi, che non devono mai essere dimenticati, ma al contrario valorizzati. Il brand, quindi, trae origine da un lungo lavoro, iniziato nel 2013, quando ancora era un progetto su cui avevo lavorato con dei miei coetanei. Oggi D1 Milano conta 3 sedi sparse per il mondo e una rete di distribuzione in oltre 700 punti vendita, dislocati in 31 paesi. Il nome deriva dall'acronimo fonetico D1 che, in inglese, dovrebbe essere pronunciato "The One". Milano rappresenta la città dove tutto ha avuto inizio.

Come mai proprio gli orologi? Cosa rappresenta per te questo accessorio? 

Quale miglior accessorio per comunicare bellezza? L'orologio di alta gamma, se vogliamo chiamarlo così, ha sempre suscitato un rispetto profondo da parte del consumatore, talvolta anche a discapito della sua inutilità tecnica, basti pensare alla crisi del quarzo giapponese degli anni ’70, che comunque non ha in nessun modo danneggiato, nel lungo termine, l'industria svizzera. Non ti compri un orologio automatico per l'utilità di quest’ultimo, ma per rispetto verso una certa cultura di bellezza, artigianalità e storia, comunicando in questo modo i valori in cui credi. Purtroppo questa forma di riguardo per il valore intrinseco ed il bello ha rischiato di perdersi nel mondo dell'orologeria su scala, se consideriamo gli orologi con un prezzo inferiore ai 1000 euro. Mi sono dunque posto l’obiettivo di offrire sul mercato, ad un prezzo accessibile, qualità e ricercatezza estetica, con massima cura dei dettagli. D1 ha riscontrato l’apprezzamento della gente proprio per la capacità di realizzare quello che sembrava un ossimoro: un orologio bello ad un costo competitivo, grazie ad un processo di produzione internazionale.

Quali sono le caratteristiche fondamentali e i punti di forza dei vostri orologi da polso? 

Un brand ha lo scopo di comunicare dei valori. È dunque necessario che abbia un proprio carattere ed una individualità riconoscibile. Non credo esista un singolo fattore che determini il successo di un marchio, ciò che ne declina realmente il buon risultato sta nella coerenza nel comunicare determinati valori. Nel caso degli orologi D1 parliamo di qualità, attenzione al dettaglio e italianità, intesa come rivisitazione del classico in chiave moderna e leggera. Ne sono esempio pratico la qualità del nostro PVD o del nostro policarbonato soft touch, l’ampio utilizzo del cromatismo per differenziarci dai nostri competitors (un blu non può essere definito soltanto come blu, noi infatti ne utilizziamo più di 15 tonalità diverse), i riferimenti a cui ci ispiriamo (grafiche, eventi, ecc…che potrebbero sfuggire ad un occhio inesperto, ma vengono percepiti guardando nel dettaglio). L'insieme di questi elementi rappresenta il vero punto di forza dei nostri orologi, che non potranno essere copiati da altri sul mercato: li concepiamo in quel modo non per rispondere a qualche logica di carattere economico o commerciale, ma soltanto perché rispecchiano appieno la nostra cultura di prodotto.

Come mai questo forte riferimento all’orologeria anni ’70, sia pur rivisitata in chiave contemporanea?

Innanzitutto perché gli anni ’70 nell'orologeria sono stati influenzati fortemente dall'Italia, primo mercato che in quegli anni, ad esempio, abbia richiesto l'orologio sportivo di lusso a cui ci siamo ispirati. Dunque c’è anche un po’ di sano patriottismo nel riferirsi ad un periodo storico così importante per il settore e per il nostro Paese. Inoltre, l'utilizzo delle forme nette, che hanno contraddistinto gli orologi dell’epoca, permette al consumatore di rivolgere più facilmente la propria attenzione verso il dettaglio. Il nostro obiettivo, infatti, è quello di distogliere lo sguardo dalla forma, coerente in tutte le collezioni, mostrando come l’utilizzo di particolari e proporzioni diverse riesca a produrre un effetto totalmente nuovo. È il dettaglio che fa la differenza.

San Valentino è alle porte. Quale miglior regalo di un orologio? E voi, cosa proponete? 

Al giorno d’oggi le persone non pensano più ad un regalo riferendosi ad una specifica categoria di prodotto, ma lo scelgono in base al miglior rapporto qualità-prezzo. Un orologio D1 è un regalo importante ad un giusto prezzo. Quest'anno, in occasione della festa di San Valentino, abbiamo lanciato una collezione 34mm per la donna, con cinturini in pelle naturale o in acciaio. Inoltre, abbiamo aggiunto delle referenze 38mm alla nostra collezione unisex, tutti modelli che cromaticamente sono stati disegnati per essere notati!

I vostri orologi, come dicevamo, hanno conquistato il mondo e sono oggi distribuiti in 31 paesi, partendo dall’Italia, come dice il nome stesso del brand D1 “Milano”. Che ruolo assume, dunque, l’artigianalità Made in Italy nella vostra produzione? 

In un mondo globalizzato vige sempre di più la teoria della specializzazione di Adam Smith secondo cui un paese deve focalizzarsi e specializzarsi in ciò che fa meglio. 
Con l'aiuto della tecnologia, le restrizioni territoriali hanno però sempre meno importanza ed è quindi impossibile che, ai nostri giorni, un prodotto venga concepito come "Made In" in base alla territorialità dei suoi componenti. Noi abbiamo una catena di componentistica che passa dall'Italia, per includere Giappone e Far East, dove si trova una nostra base di assemblaggio. Abbiamo scelto questo modello perché è quello più efficiente e qualitativo per il nostro segmento di prodotto. Come possiamo quindi affermare che i nostri orologi hanno una forte italianità? Il 95% della nostra azienda nel mondo è composta da persone italiane, che hanno vissuto in Italia oppure che hanno almeno 3 anni di esperienza in gruppi italiani o del lusso. Lavorare con persone che abbiano un forte legame e rispetto per la cultura del nostro Paese fa sì che il prodotto D1 sia veramente italiano. 

Qual è il segreto per affermarsi sul mercato?

Ammetto di avere una visione del mondo abbastanza rigida e credo che gli unici ingredienti per avere successo risiedano nella consistenza e nella coerenza. È comodo sperare che la vita possa cambiare per qualche evento macro o inaspettato, ma questo evento non si verificherà mai, se dietro ad esso non vi è un duro lavoro di resilienza. Come già detto, mi reputo una persona fortunata perché ha avuto la possibilità di ricevere gli strumenti per iniziare questo percorso, cosa che non capita a tutti. Nutro un profondo rispetto per ciò che mi è stato concesso, lo devo a me stesso, in primis, ma anche a tutto il mio team, per essere loro di esempio. Si tende a pensare che affrontare il mercato sia il compito più complicato per un'azienda, mentre in realtà la parte più difficile sta nel prendere decisioni coerenti con i propri valori e ideali, magari anche a discapito degli interessi personali. 

Chi è Dario nella vita privata? Interessi e passioni nel tempo libero?

Sono un ragazzo abbastanza riservato, che però ama avere gente intorno. Sono appassionato di storie autentiche, mi piace parlare o leggere di persone, magari molto differenti tra di loro, ma che abbiano in comune il fatto di essere coerenti e genuine, pur nella loro diversità. Anche per questo motivo adoro viaggiare. 

Cosa sogni per il futuro del brand?

Sogno che questa azienda possa ancora crescere, rispettando sempre i valori etici e sociali che la rappresentano. Non è facile, soprattutto in un periodo di affermazione, ma è proprio l'interesse per un progetto più grande che deve spingere a riunire persone di spessore e qualità verso un obiettivo comune. Il nostro obiettivo è quello di diventare uno dei gruppi big nel settore dell’orologeria. Abbiamo ancora tanto da fare, insieme.