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Vitalizi al Senato, senza taglio chi prenderebbe di più?

Il Senato potrebbe abolire il provvedimento di decurtazione del vitalizio, voluto dal M5s. Ecco chi guadagnerebbe di più, senza la diminuzione della rendita

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Vitalizi per gli ex-senatori: si riaccende la polemica sul taglio del compenso voluto dal Movimento 5 Stelle. Il Senato potrebbe abolire, infatti, il provvedimento dei pentastellati, attivo anche alla Camera. In questo caso, cosa succederebbe? Ecco chi guadagnerebbe di più senza la diminuzione della rendita.

Francesco Rutelli: da 7.801 a 9.512
Francesco Storace: da 4.360 a 6.540
Maurizio Sacconi: da 6.392 a 9.885
Riccardo Villari: da 3.541 a 6.217
Carlo Vizzini: da 7.903 a 10.631
Goffredo Bettini: da 3.964 a 6.590
Salvatore Crocetta: da 2.890 a 6.590
Alessandra Mussolini: da 5.238 a 9.014
Adriana Poli: da 7.688 a 9.885

Ecco, per fare alcuni esempi, come potrebbe cambiare il vitalizio per alcuni noti politici, passando dal compenso con il taglio a quello senza la decurtazione. Il tema è di quelli che arrivano dritti alla “pancia” degli elettori: quanto percepiscono i senatori solo per essere stati a Palazzo Madama per l’intero mandato. Il vitalizio non è propriamente una pensione, in quanto l’attività politica non è intesa come un lavoro a tutti gli effetti, ma piuttosto si classifica come una rendita percepita per tutta la vita

Il Movimento 5 Stelle aveva portato avanti questa battaglia con determinazione e in nome di una giustizia sociale e proprio con queste parole sta invocando la piazza, dando appuntamento ai militanti per il 15 febbraio prossimo a Roma, in difesa del taglio dei vitalizi. Intanto tutti rimangono in attesa in attesa di capire cosa accadrà il 20 febbraio, in Commissione del Contenzioso del Senato, che dovrà decidere se ripristinare o meno il vecchio sistema di calcolo della rendita e abolire il taglio.

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