Prima serata del 70.esimo Festival di Sanremo, e primi 12 big a esibirsi. Per qualcuno l'emozione ha pesato molto, qualcun altro ha puntato tutto sull'istrionismo dell'esibizione.
Irene Grandi "Finalmente io" - A lei tocca il compito più ingrato, che è quello di rompere il ghiaccio. Oltretutto l'attacco del brano non è dei più semplici e così paga qualcosa all'emozione. Quando la canzone prende fiato anche lei si rimette in bolina e ci mette la giusta dose di grinta. Ma ha possibilità di crescita. 6
Marco Masini "Il confronto" - Una ballata pianistica in cui l'acuto di Masini sul ritornello fa la differenza (e allo stesso tempo ne fa da marchio di fabbrica). Lui nei Festival è abituato a dare il meglio ma questa volta sembra un pelino sotto il solito livello. 6,5
Rita Pavone "Niente (Resilienza '74) - Come tutte le prime serate i problemi di audio sono abbastanza vistosi e lei passa buona parte dell'inizio del pezzo a regolare i volumi. Lei comunque se la cava cavalcando una canzone scritta apposta per mettere in luce tutta la sua vocalità e la sua grinta, Alla fine per lei è standing ovation. Alla carriera più che alla canzone. 6
Achille Lauro "Me ne frego" - Si presenta sul palco con un mantello nero con intarsi dorati che dopo la prima strofa cade a terra lasciandolo seminudo, con un body glam tanto attillato quanto ridotto che ricorda il David Bowie sfrontato di Ziggy Stardust. Il pezzo è un luna park un po' caotico di tastieroni, la sua intonazione è quella che è, ma che sappia fare spettacolo è indubbio. 7
Diodato "Fai rumore" - Un pezzo che unisce poesia e intensita, con un ritornello su tonalità impossibili che lui prende senza sbavature. L'unico limite di Diodato è in un'impressione di freddezza che rischia di non farlo arrivare completamente al pubblico. Ma rompere l'ultima barriera è questione veramente di poco. 7,5
Le Vibrazioni "Dov'è" - Sarcina e soci sono l'esempio di come il carisma di un gruppo possa andare oltre il valore specifico della canzone. Che in questo caso non brilla in originalità ma gode di un'esecuzione ricca di pathos e personalità. 6,5
Anastasio "Rosso di rabbia" - E' dato tra i favoriti per la vittoria e già dalla prima esibizione dimostra che i pronostici non sono così campati in aria. Sulla strofa rappata sembra perdere qualche passo, ma più per problemi di audio che altro, ma il ritornello è potente e orecchiabile al tempo stesso. 7-
Elodie "Andromeda" - Mahmood e Dardust le confezionano un pezzo veramente difficile ma con una potenzialità esplosiva in un ritornello fatto apposta per ballare (e cantare). Lei però appare frenata dall'emozione e un brano così necessita di essere al 100%, se non di più. Da risentire. 6,5
Bugo e Morgan "Sincero" - Un brano elettropop simpaticamente stralunato come i suoi interpreti. Meglio Morgan di Bugo all'inizio, entrambi slegati alla fine. 6-
Alberto Urso "Come il sole ad est" - Gli si può rimproverare di essere il meno giovane tra i giovani ma ha un brano con un ritornello che su questo palco può risultare da ko. 6,5
Riki "Lo sappiamo entrambi" - Forse più di tutti incarna la quota "teen" tra quelli in gara e lo fa bene. La canzone, a parte qualche artificio di effetti sulla voce, arriva dritta sull'onda di melodie già sentite e questo può essere il suo punto di forza. 6,5
Raphael Gualazzi "Carioca" - Ritmo, fiati, ricami jazz al pianoforte e un pizzico di malinconia. Il pezzo di Gualazzi è di grande qualità, sia nella tessitura che nell'esecuzione. 7+