UN CASO DI AGOSTO

Migranti, Salvini: "Vogliono processarmi anche per la Open Arms"

Sequestro di persona e omissione di atti d'ufficio sono i reati per cui il tribunale dei ministri di Palermo ha chiesto al Senato l'autorizzazione a procedere

Matteo Salvini risulta indagato anche per un altro caso legato a una nave Ong. "Mi è arrivata un'altra richiesta di processo - spiega infatti il leader della Lega - perché ad agosto ho bloccato lo sbarco di clandestini dalla nave di una Ong spagnola. Ormai le provano tutte per fermare me e impaurire voi: vi prometto che non mollo e non mollerò, mai". Il caso a cui si riferisce è quello della Open Arms

"Ho difeso i confini, lo rifarei e lo rifarò: se devo difendere il mio Paese, non ho paura di niente e di nessuno", ha scritto Salvini su Facebook. "Andrò in quel tribunale e ci andrò in compagnia di tanti italiani e avvocati e a nome di tanti giudici che fanno onestamente, liberamente, obiettivamente il loro lavoro. Qualcuno fa politica, qualcuno usa le aule del tribunale per cercare la vittoria negata dal popolo italiano".

Sono il sequestro di persona e l'omissione di atti d'ufficio i reati per cui il tribunale dei ministri di Palermo ha chiesto al Senato l'autorizzazione a processare il leader della Lega Matteo Salvini per la vicenda della nave spagnola Open Arms. Il caso riguarda il divieto di sbarco imposto da Salvini all'imbarcazione con a bordo i migranti soccorsi in mare ad agosto. Nel provvedimento, con il quale il tribunale ha sostanzialmente accolto le indicazioni dei pm palermitani, si ripercorre in 110 pagine la vicenda e si afferma l'obbligo di prestare soccorso in mare. I giudici definiscono non politico ma "amministrativo" l'atto di vietare l'approdo ai migranti deciso da Salvini.

Nel provvedimento  i giudici sostengono, tra l'altro, che nel caso della Ong non c'era alcun indizio che l'eventuale approdo rappresentasse un pericolo per l'ordine e la sicurezza, condizioni a cui il decreto sicurezza bis subordina la possibilità di vietare lo sbarco. "La decisione di non far sbarcare a Lampedusa i 164 migranti soccorsi in mare - scrivono ancora i giudici - fu un atto deciso dall'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini individualmente, quindi non 'condiviso' con gli altri esponenti del governo". 

La nave della Ong catalana rimase 20 giorni ferma davanti a Lampedusa, poi furono i magistrati, in seguito a un'ispezione a bordo, a ordinare lo sbarco d'urgenza dei migranti. Il fascicolo venne trasmesso alla procura di Palermo, competente in quanto si ipotizzarono responsabilità penali dell'allora ministro. I pm del capoluogo, in una memoria firmata dal procuratore Francesco Lo Voi e dal pm Gery Ferrara, chiesero al tribunale di procedere a indagini a carico di Salvini