L'Onu finisce nel mirino degli hacker. Un rapporto interno datato 20 settembre 2019 rivela che 42 server sono stati compromessi e altri 25 classificati come sospetti. Il cyberattacco è stato compiuto a luglio 2019, ma è stato scoperto solo un mese dopo. Alcuni dei sistemi interessati si trovano presso gli uffici per i diritti umani e il dipartimento delle risorse umane delle Nazioni Unite a Ginevra e Vienna.
L'attacco informatico avrebbe l'impronta digitale tipica di un attore Apt (Advanced Persistent Threat), comunemente associato alle interferenze commissionate da uno Stato (ma non ci sono informazioni su possibili sospetti) oppure a campagne di cyberspionaggio. Pare tuttavia non siano stati rubati dati sensibili, ma solo liste di dipendenti con gli indirizzi email.
Il portavoce dell'Onu ha spiegato che, "poiché non è stato possibile determinare la natura e la portata esatte dell'incidente", è stato deciso dagli uffici delle Nazioni Unite interessati "di non divulgare pubblicamente la violazione".