IL DAY AFTER

Regionali 2020, scontro Conte-Salvini | Bonaccini conquista l'Emilia-Romagna: "Ho vinto col voto disgiunto" | Affonda il M5s

Il premier: "Il vero sconfitto è il leader della Lega". Replica Salvini: "Lavori per il Paese e non contro di me". Il Movimento esce a pezzi dalla tornata elettorale, fuori dal consiglio della Calabria

"C'è stato chi ha inteso fare di questo appuntamento elettorale, impropriamente, un referendum contro o pro il governo nazionale. Mi riferisco a Salvini che esce il grande sconfitto di questa competizione". Questo il commento al vetriolo di Giuseppe Conte alle elezioni regionali. Immediata la replica di Salvini: "Lavori per il Paese, non per odio verso di me". Bonaccini, riconfermato alla regione Emilia Romagna ammette di aver beneficiato del voto disgiunto. M5s con le ossa rotte, in Calabria senza quorum non entra nemmeno in Consiglio.
 

Conte ai leghisti: "Da Salvini strappi istituzionali" - "Mi rivolgo al popolo leghista: chi è stato ministro dell'Interno e ora è leader dell'opposizione ha tutte le opportunità di entrare in una caserma dei Carabinieri e fare delle segnalazioni. Ma andare a citofonare a un privato cittadino... io avevo detto già dopo le Europee che non sarebbero stati più accettabili strappi istituzionali, ci sono state varie occasioni in cui ho invitato Salvini a rispettare le regole". Questo l'ennesimo attacco di Giuseppe Conte a Matteo Salvini dopo la tornata elettorale. Salvini "ha impostato la sua campagna elettorale in un certo modo ed è stato sconfitto. I citofonatori sono rimasti a casa". 

Salvini a Conte: "Faccia il premier, non l'odiatore" - Da parte sua Salvini non si pente di nulla, nemmeno della scena del citofono che ha fatto saltare sulle sedie persino i garantisti più blandi. "Rifarei tutto". La sconfitta in Emilia Romagna brucia, nonostante l'oltre 30% dei consensi presi. La reazione sta tutta nella promessa di tuffarsi a capofitto nella campagna elettorale. Perché presto si voterà in Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Puglia e Campania. "Fin qui ci sono state 9 elezioni regionali, ne abbiamo vinte 8 su 9, poteva andare peggio. Io sono un perfezionista e avrei preferito fare 9 su 9, ma ce ne sono sei in primavera e siamo già al lavoro per le squadre". E poi la risposta al premier: "Leggo che il signor Conte passa il tempo ad attaccarmi e a dire che deve lavorare per contrastare me e le destre. Gli ricordo che deve lavorare per il bene degli italiani, non perché odia qualcuno. Chi vive di rabbia e di rancore vive male, poverino. Camomilla per Giuseppi!". 

Pd chiede a Conte garanzie con M5s - E il governo si prepara alla annunciata verifica. Giuseppe Conte attende l'indicazione del nuovo capo delegazione del Movimento 5 stelle, poi convocherà la maggioranza. Nicola Zingaretti rimarca che un Centrosinistra unito avrebbe avuto anche in Calabria uniti chance di vittoria e prova ad aprire il varco ad alleanze nelle regioni al voto. Ma il segretario Pd, che potrebbe aprire presto la fase congressuale per tenere l'assiste in autunno, guarda oltre i prossimi appuntamenti elettorali, alla creazione di un'ampia alleanza riformista per quando si tornerà al voto.

"Oggi il Partito democratico è tornato a essere il punto di riferimento, un punto di riferimento importante, incredibile, l'abbiamo fatto in un anno e mezzo, non ci credeva nessuno e sono contento di aver dato una mano. Missione compiuta!". Ha detto Zingaretti a margine della festa per Stefano Bonaccini in Piazza Grande a Modena. Il Pd, forte dei risultati ottenuti, ha tutta l'intenzione di passare all'incasso chiedendo - Zingaretti dixit - di "rilanciare l'azione di governo su temi concreti" con "maggiore collaborazione da parte degli alleati", mentre il presidente dei senatori Dem Andrea Marcucci fissa come priorità prescrizione e dl sicurezza. 

Bonaccini: "Niente no illusioni, non basta aver vinto in Emilia Romagna" - "Serve un Pd largo, più aperto, con una identità piu' marcata. Però i voti che ha preso qui dimostrano che è in salute ma non basta aver vinto l'Emilia-Romagna. E' illusorio pensare che se hai vinto qui.. veniamo da 9 sconfitte consecutive, delle batoste. Quindi nessuno si illuda di aver risolto i problemi perche' abbiamo vinto l'Emilia Romagna. Ora bisogna governare". Questo il commento del presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. La netta vittoria di Bonaccini, che difende la roccaforte storica della sinistra italiana, segna un'inversione di tendenza: la maggioranza dei votanti lo ha scelto e il Pd, dopo due elezioni consecutive in cui lo aveva perso, ha ritrovato il primato di partito di maggioranza relativa. E' stato pesante l'effetto del voto disgiunto: Stefano Bonaccini ha preso circa il 3% in più delle liste a lui collegate, rosicchiando voti sia a Lucia Borgonzoni, sia al Movimento 5 Stelle. Sia Borgonzoni, sia Benini, sono infatti al di sotto dei voti presi dalle liste che li sostengono.

M5s a pezzi dopo il voto tenta la ripartenza - E' un tonfo pazzesco, non clamoroso perché atteso, ma comunque rumoroso: il Movimento 5 Stelle che esce dalle urne in Emilia Romagna e Calabria sembra essere arrivato al capolinea. Peraltro non passano inosservati i silenzi di Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Beppe Grillo e Davide Casaleggio. "Non dobbiamo replicare i partiti, ma occuparci dei temi che interessano i cittadini", dice il reggente Vito Crimi il day after l'ennesima, rovinosa caduta elettorale. La "terza via" non si tocca, nonostante il viceministro dell'Interno ammetta che il suo movimento è finito schiacciato dalla "polarizzazione" del voto in Emilia Romagna e Calabria. Il futuro comunque è un'incognita.

"Il M5S è in un momento di rinnovamento - prova a spiegare Crimi -. E' nato in una fase in cui il bipolarismo aveva fallito, perché erano due facce della stessa medaglia e noi siamo entrati in questo meccanismo tentando di portare una ventata di aria fresca". Sono lontani i tempi dello 'Tsunami tour', ora bisogna capire da che parte ricominciare: "Da questo momento in poi il nostro compito è rilanciare, non fermarci", ribadisce il neo capo politico. Che indica il salario minimo e la riduzione delle tasse per lavoratori e imprese come priorità. Del Pd e di un eventuale alleanza strutturale non se ne parla nemmeno per sbaglio: "Ho ascoltato sia le parole di Giuseppe Conte che di Nicola Zingaretti, anzi con il premier mi sono sentito. Non parlerei di collocazione". Tanto per ora non si cambia idea neanche sulle candidature autonome alle prossime regionali di Toscana, Puglia e Liguria. L'appello è sempre lo stesso: "Restare uniti, non lasciarsi irretire da facili sirene".