A quasi due anni dall'album di debutto eponimo torna Thomas Bocchimpiani. Il cantante messosi in luce nella sedicesima edizione di "Amici", pubblica l'Ep "Imperfetto", che contiene anche il brano "Ne80" con cui ha partecipato a "Sanremo giovani". "Sono maturato e avevo voglia di propormi in una veste nuova - dice da Tgcom24 -, però restando coerente al mio percorso artistico".
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Dopo "Amici", a cui sono seguiti un Ep e il primo album, Thomas si è preso una pausa. Lo abbiamo ritrovato sul palco di Sanremo giovani con un brano, "Ne80", tutto ritmo e riferimenti anni 80. "L’esigenza era quella di propormi in una chiave nuova con l’idea di sorprendere chi mi segue pur mantenendo una coerenza con quello che ho fatto finora" dice.
Come è andata l'esperienza sanremese?
Al di là dell’esito (è stato eliminato nel confronto con Leo Gassmann - ndr) è stata un’esperienza bellissima. Sono soddisfatto di come l’ho affrontata e del brano che ho proposto. Poi suonarlo onstage con una band di musicisti eccezionali è stato fantastico. Mi sono davvero divertito.
Perché “Imperfetto”?
Perché è un album che parla di me. Imperfetto sono io. È la mia percezione della realtà, imperfetto è l’amore, un sentimento che può darti tanto ma anche toglierti.
Questo Ep arriva quasi due anni dopo il tuo primo album. Di questi tempi una pausa così lunga, agli inizi, è insolita. Cosa è successo?
E' successo semplicemente che ho passato quest’ultimo anno e mezzo a dedicarmi a me stesso. Che non significa poltrire ma crescire, dal punto fi vista personale e professionale. Ho studiato parecchio, canto e ballo, confrontandomi con molti autori e produttori
© Ufficio stampa
Quando sono nate le canzoni di "Imperfetto"?
"Imperfetto" è un progetto che ha acquistato nitidezza a fine 2019. Abbiamo selezionato sei canzoni da un corpus di materiale molto ampio, almeno trenta brani, tra quelli scritti da me e quelli scritti da altri autori. C’è stato un lavoro di selezione certosino da parte mia, dell’etichetta e dei miei produttori Federico Nardelli e Giordano Colombo.
Con tanto materiale come mai un ep e non un album?
Perché volevo presentarmi con qualche di molto più maturo ma allo stesso tempo sperimentale, diverso dal passato. Quindi l’ep secondo me era lo strumento migliore per fare qualcosa di accurato.
Cosa è cambiato rispetto ai lavori precedenti?
La consapevolezza artistica, che si riflette nella scrittura, nella cura del suono e persino nella definizione delle voci. Giordano Colombo poi è stato il mio batterista durante il tour precedente quindi conosceva il mio gusto per riarrangiare i pezzi in vista dell’evento live e ha messo tutto questo nelle canzoni.
Per il futuro vorresti anche autoprodurti?
Io penso in musica, ce l’ho nella testa sempre. Devo ancora approcciarmi al mondo della produzione ma è uno dei miei obiettivi. D’altronde quando scrivo le canzoni io me le immagino già come dovrebbero suonare e in fase di produzione mi piace essere presente in ogni momento.
Hai in progetto eventi live?
Sto scalpitando. Per me è il momento più importante. In questo 2020 ci saranno tanti eventi live. Per il momento posso dire che gli instore non saranno semplici firmacopie ma suonerò anche.
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