Grom, la catena di gelaterie fondata a Torino da Federico Grom e Guido Martinetti e oggi nelle mani di Unilever, cambia strategia: il "gelato come una volta" sarà sempre meno acquistabile nei coni e più presente negli freezer dei supermercati e dei bar. Grom ha definito una nuova "strategia multicanale a supporto del piano di crescita del brand" e ha deciso la chiusura di 7 gelaterie sul territorio nazionale, tra cui quella storica di via Cernaia, a Torino.
Quattro chiusure, come anticipato dal Sole24Ore, risalgono ormai al 2019 mentre nel primo trimestre di quest'anno ne chiuderanno altre tre. Rilevata nel 2015 dalla multinazionale Unilever, che ha già in pancia marchi come Magnum e Algida, Grom sta andando incontro a un cambiamento che dall'azienda spiegano come "un'evoluzione del modello di business e una visione proiettata sul medio e lungo periodo, che tenga conto di nuove opportunità, nuovi canali e nuove attitudini di acquisto".
"Le gelaterie - fa sapere l'azienda - diventano così il cuore di un ecosistema Grom che vive anche nel canale 'on the go' con smart format come chioschi o biciclette gelato, nella Gdo, nei bar o nel canale direct to consumer. Definendo, quindi, una strategia multicanale a supporto del piano di crescita del brand". Tutto questo ha imposto un'analisi della rete di vendita che ha portato alla scelta di "chiudere alcuni negozi, mantenendo tuttavia il ruolo del retail come hub dell'esperienza e Dna di Grom: anche il gelato confezionato nasce dal desiderio di 'mettere la nostra gelateria in barattolo'".
Per questo sottolineano di aver "ristrutturato alcune gelaterie in Italia" e di "valutare una nuova apertura sul territorio". Con la chiusura delle sette gelaterie, i dipendenti assunti a tempo indeterminato hanno la possibilità di "una ricollocazione in altre gelaterie e tramite incontri individuali il dipartimento HR individua soluzioni che tengano conto delle esigenze delle persone coinvolte".