FOTO24 VIDEO24 2

Torino, staminali sperimentate con successo sul fegato dei neonati

L'intervento ha potuto ritardare il trapianto e ha posto le basi per la correzione di malattie genetico-metaboliche

ansa

Alla Città della Salute di Torino è stato sperimentato un nuovo approccio terapeutico su tre neonati affetti da patologie genetiche. La procedura consiste nell'iniettare cellule staminali epatiche sane nel fegato dopo la nascita. La pratica ha avuto successo, riuscendo a ritardare il trapianto di cui i piccoli pazienti hanno bisogno nei primi mesi di vita.

Questa procedura innovativa ha permesso di ritardare il trapianto d'organo di almeno un anno in tutti i pazienti trattati, ponendo le basi scientifiche per la possibile correzione definitiva di diverse malattie genetico-metaboliche con procedura mini-invasiva.
 

La terapia sperimentale è stata possibile grazie alle ricerche sulle cellule staminali epatiche condotte dal gruppo di Giovanni Camussi del Dipartimento di Scienze Mediche dell'Università di Torino con il Centro di Biotecnologie Molecolari dell'Università di Torino. Lo studio è frutto della collaborazione tra ospedale Regina Margherita e ospedale Molinette, Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Biotecnologie Molecolari dell'Università di Torino (MBC) e azienda biomedicale Unicyte AG.

La sperimentazione clinica è stata condotta al Regina Margherita da Marco Spada, direttore della Pediatria e del Centro Regionale per la cura delle malattie metaboliche del Regina Margherita, coadiuvato da Francesco Porta. Renato Romagnoli, direttore del Centro Trapianti di Fegato delle Molinette, e Dorico Righi, direttore della Radiologia dell'ospedale Molinette, hanno avuto ruolo clinico primario in qualità di co-sperimentatori in questo studio pionieristico. Essenziale anche l'apporto del Laboratorio del Centro Trapianti di Cellule staminali e Terapia Cellulare del Regina Margherita, diretto da Franca Fagioli, e del Centro di Coordinamento Trapianti, diretto da Antonio Amoroso.

Espandi