La "lotta" agli smombie, da smartphone e zombie, a Sassari è iniziata due anni fa: dal 2018 il capoluogo sardo ha seguito la scia di molte città del mondo (da New York a Honolulu) per limitare i danni dei pedoni che camminano in strada troppo distratti dal cellulare. Ad oggi, quelle misure si sono rilevate un successo: 150 contravvenzioni il primo anno, 134 nel 2019 con una drastica riduzione del numero di incidenti. "Il nostro obiettivo non è sanzionare - spiega il comandante della polizia Municipale di Sassari, Gianni Serra - ma educare".
Del resto, recentemente, l'Istat ha stabilito che tra le cause che determinano gli incidenti stradali e la morte dei pedoni la distrazione è una delle principali. Distrazione spesso dovuta alla impossibilità di staccare gli occhi dallo smartphone o dalle cuffiette che impediscono di sentire i rumori della strada.
"Accertata la corresponsabilità dei pedoni - spiega Serra a "La Stampa", decidiamo che è ora di cambiare e partiamo con una campagna di informazione che coinvolge scuole e piazze per sensibilizzare i pedoni. Perché se è vero che la stragrande maggioranza degli incidenti anche gravi è dovuta alla distrazione degli automobilisti per l' uso del telefonino, lo stesso si può dire per chi attraversa la strada mettendo a rischio la propria vita e quella altrui perché del tutto inconsapevole dei rischi che corre".
E ad oggi quella visione ha dato i suoi frutti: non resta che aspettare che l' esempio di Sassari abbia un seguito nel nuovo codice della strada, ora in commissione al Senato.