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Monopattini elettrici, Milano rinvia i servizi di sharing

Le aziende escluse dai servizi di sharing ricorrono al Tar. Ancora dubbia lʼequivalenza biciclette/monopattini

E-scooter, che caos!

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Se 2.250 vi sembran pochi, allora cʼè spazio per salire ma fin dove? Tanti sono infatti i monopattini elettrici ammessi dal Comune di Milano per i servizi di sharing fra gli utenti, e soltanto tre le ditte accreditate da apposita licenza. Ma chi è rimasto fuori dal servizio milanese di micromobilità a noleggio non ci sta e ha fatto ricorso al Tar.

Palazzo Marino ha infatti concesso le tre licenze a Wind Mobilility, Bit Mobility e a Helbitz Italia. Ciascun operatore metterà sulle strade del capoluogo lombardo dai 500 ai 750 monopattini elettrici, gli e-scooter con velocità limitata a 20 km/h, che scendono a 6 km/h nelle aree pedonali. In tutto sono 2.250 monopattini elettrici a noleggio, ma i 5 consorzi esclusi ‒ Circ, Dott, Hive, Lime e Tier ‒ contestano la scarsa quantità dei mezzi e chiedono che la gara sia riaperta per aumentarne il numero in servizio. Da qui il ricorso al Tar, che si riunirà il prossimo 28 gennaio, e servizi di sharing rimandati almeno di una settimana.

Se tutto filasse liscio, partirebbe la sperimentazione del Comune di Milano, che durerà fino a luglio 2021! Dopo aver posato i 130 cartelli informativi, durante le scorse festività natalizie, Milano conta di avere presto dati certi sullʼutilità e la sicurezza del servizio di sharing, e magari convincersi che si può incrementare la quota di questi oltre le 2.250 unità. Nella fase di sperimentazione, i mezzi debbono essere obbligatoriamente dotati di un regolatore di velocità, un tastino col quale abbassare lʼandatura a massimo 6 km/h nelle aree dove ci sono pedoni.

Tutto chiaro? Macché, nel pacchetto “Milleproroghe” in discussione in questi giorni, il governo pare intenzionato a introdurre un emendamento che eliminerebbe lʼequivalenza tra biciclette e monopattini elettrici. La conseguenza sarebbe che i secondi non potrebbero più girare per strada come le bici! E relegati soltanto alle strade ciclopedonali e zone 30 sarebbero meno appetibili per gli spostamenti. Staremo a vedere, ché beccarsi una multa per “ignoranza” di leggi confusissime e contraddittorie è un attimo!

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