Si è arricchita a scapito della propria gente. E' questa la gravissima accusa rivolta in Angola, sempre con maggior insistenza, a Isabel Dos Santos, figlia di José Edoardo Dos Santos, il presidente che ha guidato il Paese per 38 anni, arricchendosi (lui e la sua famiglia) a dismisura. Una Corte di Luanda, capitale dell'ex colonia portoghese, è passata all'azione, sferrando un attacco a Isabel e ordinando il congelamento dei beni dell'ex first daughter. Isabel Dos Santos, secondo Forbes, possiede una fortuna personale stimata in più di 2 miliardi di dollari. Ma sarebbero tutti soldi sporchi. E da quando, nel 2017, il padre lasciò lo scranno più alto del Paese al successore, Joao Lourenço, per lei è cominciata una irrefrenabile discesa. Fino ad oggi, con il congelamento dei suoi beni.
I fatti - Isabel dos Santo viene indagata per corruzione nel 2018 in Angola. È poi finita sotto inchiesta anche in Portogallo e ha deciso di prendere la residenza ufficiale negli Emirati Arabi Uniti, ma vive di fatto a Londra, dove si è laureata al King's college e dove conta diverse proprietà. A sostenerlo è la Bbc, giunta in possesso di nuovi documenti che confermerebbero il sospetto della illiceità dei suoi affari aprendo la strada a nuove azioni giudiziarie nei suoi confronti.
Figlia dell'ex presidente dell'Angola Jose Eduardo dos Santos che ha governato il Paese per 38 anni, dal 1979 al 2017, e della sua prima moglie, Tatiana Kukanova, originaria dell'Azerbaigian, Isabel ha incontrato a Londra suo marito, Sindika Dokolo, un collezionista congolese figlio di una danese e di un milionario di Kinshasa. Si sono sposati nel 2002 a Luanda, con una festa per mille invitati costata 4 milioni di dollari.
La fortuna maggiore per Isabel, e per suo marito, giunge con una serie di accordi di favore ottenuti, con l'aiuto del padre presidente, su terre, petrolio, diamanti e telecomunicazioni. Lei nega, affermando che le accuse contro di lei sono del tutto false e che esiste una caccia alle streghe a scopi politici portata avanti dal governo angolano. Ora, però, la stampa ha avuto accesso a oltre 700mila documenti relativi al suo impero, ottenuti in gran parte dalla piattaforma per la protezione degli informatori in Africa e condivisa con il consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (Iclj che ha dato al dossier il nome di 'Luanda leaks').
Una delle operazioni più sospette è stata gestita da Londra attraverso una consociata britannica della compagnia petrolifera statale angolana Sonangol, affidata dall'allora presidente nel 2016 alle cure della figlia. Nonostante il successore fosse un suo delfino, Isabel fu licenziata due mesi dopo.
La Bbc pubblica, fra l'altro, le foto di alcuni rendiconti in cui risulta che, mentre lasciava Sonangol, Dos Santos ha approvato 58 milioni di dollari per pagamenti sospetti a una società di consulenza di Dubai chiamata Matter Business Solutions, intestata e diretta da persone a lei vicine. Altri documenti gettano seri sospetti su un'altra serie di operazioni. I suoi difensori negano che le complesse operazioni finanziarie della regina d'Africa fossero illecite. Ma intanto le inchieste vanno avanti e si estendono a macchia d'olio.