È la strada della revisione del processo quella che intende percorrere l'avvocato Enrico Di Martino, legale di Antonio Logli. L'uomo sta scontando nel carcere di Livorno una condanna definitiva a 20 anni di reclusione per omicidio e occultamento del cadavere della moglie Roberta Ragusa, scomparsa dall'abitazione familiare di Gello, frazione di San Giuliano Terme (Pisa) la notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012.
L'uomo si è sempre dichiarato innocente, sostenendo che la moglie si sarebbe allontanata da casa volontariamente e a otto anni di distanza dalla scomparsa, l'avvocato Di Martino è intervenuto a "Quarto Grado" per spiegare che non ci sono i presupposti per un ricorso alla corte europea e che l'unica strada possibile è quella di chiedere la revisione del processo in base a "un paio di elementi di novità" che non possono ancora essere svelati e che "devono essere accuratamente vagliati".
Dopo la scomparsa della donna, le indagini si concentrarono quasi subito su Logli, che venne iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Pisa il 2 marzo 2012. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Roberta Ragusa venne uccisa al culmine di un litigio e nella motivazione della sentenza di condanna definitiva, gli ermellini, a proposito del movente del delitto, hanno evidenziato che "il rapporto coniugale si era logorato per la duratura relazione extraconiugale intrattenuta da Logli" con Sara Calzolaio, di vent'anni più giovane, in casa fin da ragazzina come baby sitter dei figli della coppia e poi collaboratrice dell'autoscuola di famiglia.
I giudici della Cassazione, inoltre, hanno sottolineato il fatto che Logli, dopo la scomparsa della moglie, iniziò a fornire ai carabinieri informazioni "mendaci e volutamente orientate a depistare le indagini".
In attesa, dunque, di scoprire le prossime mosse del legale di Antonio Logli, "Quarto Grado" ha mostrato le immagini esclusive della soffita, girate a circa un anno dalla scomparsa della Ragusa.