Vediamo un serial ambientato in ospedale e troviamo in noi i sintomi di tutte le malattie descritte nella puntata, oppure un po’ di mal di testa ci fa sospettare di avere un tumore al cervello: sono tante le persone convinte di essere contagiate da tutte le patologie di cui hanno sentito parlare. Chi vive questo stato di ansia continua per la propria salute, alimentata spesso da sintomi solo immaginari, può essere affetto di una malattia reale, chiamata ipocondria: in una certa misura colpisce un po’ tutti, specie se si verificano casi di malattie gravi tra i nostri conoscenti o se ne parlano i giornali, ma di solito è facile correre ai ripari.
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Le parole più belle che uno possa desiderare di sentire non sono più 'Ti amo', ma 'Non si preoccupi, è benigno!'
Ipocondria, un male vecchio quanto il mondo – Il termine deriva dal greco antico ed è formato dalle due parole upò (sotto) e condrion (una cartilagine del diaframma costale). Secondo il medico greco Ippocrate, l’ipocondria, malattia degli ipocondri, colpiva lo stomaco e insieme la mente, causando cattiva digestione, tristezza e paura di morire. L’angoscia di ammalarsi e perdere la vita, dunque, esiste da sempre; in tempi recenti la paura di ammalarsi è amplificata dal rilievo che epidemie e mali gravi trovano nella comunicazione mediatica. Anche il web ha un ruolo di peso, sia come cassa di risonanza, sia per la quantità di informazioni che rende disponibile, offrendo a tutti la possibilità di accedere a dati e notizie che non sempre siamo in grado di interpretare e comprendere adeguatamente. In questo modo, invece di placare le nostre ansie, amplifica la paura.
Quando è una malattia reale – L’ipocondria in senso stretto è uno stato di eccessiva ansia per la propria salute e di paura per la morte. Va di pari passo con una continua attenzione al proprio corpo in attesa di scoprire che “qualcosa non va”: l’ansia tende ad aumentare le sensazioni dolorose e quindi il più piccolo disagio tende ad essere ingigantito e a trasformarsi in causa di apprensione ancora maggiore. L’ipocondriaco quindi va in continuazione dal medico, chiede di essere sottoposto ad esami o vuole sempre nuove medicine, spesso inutili e assunte anche contro il parere del medico curante. Nei casi seri, l’ipocondriaco ha la certezza di essere affetto una malattia mortale e l’angoscia che ne deriva gli impedisce di vivere la sua vita quotidiana: in questi casi si tratta di una vera e propria psicosi, spesso legata alla depressione, e la cura adeguata è la psicoterapia.
Mal comune… - In questo caso non è mezzo gaudio: anche se non si conosce il numero reale dei malati immaginari in Italia, gli esperti ipotizzano che possano raggiungere i 4 – 6 milioni di persone. Si tratta in ogni caso di un fenomeno sottostimato che si autoalimenta continuamente, causando spese ingenti in farmaci e diagnostica inutile. E’ il malato stesso a voler essere medico di se stesso, ignorando le indicazioni del proprio dottore, nel quale finisce per non provare più fiducia, e chiedendo un secondo e un terzo parere, in una catena che si alimenta all’infinito.
Come correre ai ripari – Se la paura di ammalarci ci paralizza e rende difficile la vita quotidiana, occorre rivolgersi a uno psicoterapeuta. Per disturbi più lievi e gestibili si può ricorrere ad alcune buone pratiche, alla portata di tutti. Scegliamo un medico di famiglia di provata fiducia, confidiamogli le nostre apprensioni e affidiamoci a lui e alle sue indicazioni. Evitiamo di dare ascolto a conoscenti, familiari e a quanto sentiamo nei media per improvvisare terapie fai-da-te. Evitiamo anche, specie se abbiamo un disturbo, di cercarne le cause o le possibili terapie su Internet: solo il medico può interpretare correttamente i sintomi e indicarci la via della guarigione. Impariamo a non dare troppo peso ai piccoli disturbi quotidiani, ma atteniamoci scrupolosamente ai piani di prevenzione e alle eventuali terapie che il medico ci ha prescritto. Circondiamoci di persone ottimiste e positive e sforziamoci di avere un approccio sereno e positivo alla vita.
Ipocondriaci famosi - Non sarà un grande conforto, ma la storia è costellata di celebri malati immaginari. Da Molière che nella sua commedia "Il Malato Immaginario” ha rappresentato se stesso in Argante, l'ipocondriaco per antonomasia, a Charles Darwin, ipocondriaco fino alla nevrosi; dallo scrittore Marcel Proust fino ad Adolf Hitler, che secondo il suo medico assumeva fino a 30 farmaci al giorno. Se, nonostante tutto questo continuiamo a pensare che il banale torcicollo con cui ci siamo svegliati stamattina sia il primo sintomo di meningite fulminante, cerchiamo almeno di scherzarci su, come faceva Woody Allen, altro famoso ipocondriaco nella vita e sul grande schermo: “Dio è morto, Marx è morto e anch'io oggi non mi sento molto bene”.