Andiamo alla scoperta di un angolo di mondo ricco di sacralità e fascino. Siamo in Ethiopia, più precisamente a Lalibela, una realtà unica al mondo per le sue chiese intagliate nella roccia viva che danno vita ad una piccola Gerusalemme. Questo complesso monumentale è composto da dodici chieste monolitiche e semi monolitiche.
Il fiore all’occhiello di Lalibela è la chiesa di San Giorgio, una chiesa monolitica realizzata da un unico blocco di pietra. Per la sua realizzazione gli operai hanno iniziato a scavare dall’altezza del terreno fino ad arrivare a 12 metri di profondità. La chiesa ha una pianta cruciforme e quindi anche il tetto presenta tre croci che sono sia un elemento decorativo sia un elemento funzionale allo scolo dell’acqua. Questo ha fatto si che la chiesa si sia conservata bene e in modo migliore rispetto alle altre. La leggenda narra che San Giorgio stesso scese per vedere lo stato di avanzamento dei lavori delle altre chiese monolitiche di questo sito e chiese di averne una a lui dedicata, questa infatti è l’ultima in ordine cronologico ad essere stata costruita.
A collegare le diverse chiese sono i cunicoli sotterranei che rappresentano la metafora del percorso di purificazione che va dal buio alla luce della salvezza divina. I fedeli entrano ad ovest dove il sole tramonta e si dirigono verso est.
A Lalibela si respira un’atmosfera di grande devozione e misticismo e non sono pochi coloro che si ritirano tra queste rocce per condurre una vita di preghiera. La nascita di questo complesso monumentale ha origini leggendarie perché si dice che un bambino di stirpe reale al momento della nascita venne avvolto da uno sciame d’api. La madre, interpretando questo come un segno che predestinasse il figlio a un futuro glorioso di sovrano, lo chiamò Lalibela che significa “le api riconoscono la sovranità”. La spiritualità che pervade questo popolo si percepisce in ogni momento e gesto della loro quotidianità.
Al di là del complesso monumentale, Lalibela è molto semplice con abitazioni modeste al di fuori delle quali si svolgono piccoli lavori e si scambiano chiacchiere all’ombra. Le abitazioni tradizionali sono chiamate Tukul, hanno la tipica forma circolare e sono realizzate in pietra e fango, mentre il tetto è in paglia. Sono costituite da due piani, quello superiore destinato alla famiglia e quello inferiore, dove trovavano posto gli animali che durante l’inverno riscaldano l’ambiente con il loro fiato.
L’Unesco ha inserito le chiese di Lalibela tra i patrimoni mondiali dell’umanità nel 1978. L’unicità di questo luogo e il fervente sentimento religioso cristiano di questo popolo hanno fatto si che l’Unesco la consideri come una delle cinquanta città che devono assolutamente essere visitate almeno una volta nella vita.