Entro gennaio potrebbe arrivare "un decreto che consenta di ridurre le tasse fino a 14 milioni di lavoratori, specie di redditi medio bassi finora esclusi dagli 80 euro". Ad anticiparlo è il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, che spiega come il governo voglia "far partire subito la prima tranche della riforma fiscale" per la quale "abbiamo fatto una valutazione tecnica". Poi, "ad aprile" potrà esserci "una legge delega sulla riforma".
"Reddito di cittadinanza da migliorare" - Intervenendo durante la plenaria del seminario dem nell'abbazia di San Pastore a Contigliano, il ministro ha poi affrontato il nodo del reddito di cittadinanza spiegando che "c'è la necessità di rafforzare la misura nel quadro delle politiche attive per il lavoro". Gualtieri ha inoltre precisato che "le entrate fiscali stanno andando bene, aspettiamo i dati di fine gennaio ma siamo ottimisti".
Landini: "Puntare sulle detrazioni per i salari" - Sui tagli al fisco è intervenuto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. "Il taglio del cuneo fiscale - ha spiegato a margine delle sgreterie unitarie Cgil-Cils-Uil - deve aumentare i salari e gli stipendi netti delle persone, allargando il bonus. La nostra piattaforma ha sempre chiesto di intervenire sulle detrazioni, il tavolo di confronto deve essere su tutta la materia fiscale. Alla fine i benefici devono essere per lavoratori dipendenti e pensionati, combattendo l'evasione fiscale. Il governo si era impegnato a discutere entro aprile il Def, entro aprile vanno trovate delle soluzioni e il Def deve già delineare le linee guide con le prossime leggi di stabilità".
Barbagallo: "Venerdì 17 incontro sul cuneo a Palazzo Chigi" - Il segretario Uil Carmelo Barbagallo ha chiarito che "solo l'aver annunciato le segreterie unitarie ha portato come risultato la convocazione ufficiale di due tavoli, uno per venerdì alle 10:45 a Palazzo Chigi sulle questioni fiscali e sul taglio del cuneo, e uno il 27 con il ministro del Lavoro Catalfo sulle pensioni". E in merito al tavolo Landini precisa: "Per un confronto noi ci siamo, ma servono risposte. Non si possono cambiare dopo le decisioni prese con noi. Se si vuole cambiare questo Paese, il governo non può che farlo con i sindacati e i lavoratori. Noi siamo disponibili ma non facciamo sconti. Diciamo no a tavoli cortesi e di maniera e sì alla sostanza, dobbiamo garantire al Paese una discontinuità vera che faccia ripartire la crescita e riannodi i fili della coesione sociale, dei patti tra le generazioni e recuperi con serietà il tema del Sud. Le trattative vanno bene quando ci sono pochi ni. Servono sì o no".