La maggioranza abbandona i lavori sul caso Gregoretti. I dieci senatori di M5s, Pd, LeU e Gruppo Misto hanno lasciato, per protesta, la riunione della Giunta delle immunità del Senato dopo che è stata respinta la richiesta 5 Stelle di ulteriori documenti sulla salute dei 131 migranti bloccati in estate per quattro giorni sulla nave della Guardia costiera. Decisivo il voto di Maurizio Gasparri, presidente della Giunta, a favore delle opposizioni.
I dieci senatori contestano inoltre la decisione di convocare l'ufficio di presidenza per decidere l'eventuale rinvio del voto a dopo le Regionali del 26 gennaio, nonostante l'assenza annunciata del capogruppo di LeU Pietro Grasso. Sono sempre più in bilico i tempi del verdetto sull'autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini: verdetto richiesto dal tribunale dei ministri di Catania e previsto, al momento, entro il 20 gennaio (a metà febbraio, quello definitivo dell'Aula).
E' stato Matteo Crucioli, senatore M5s, a richiedere un'ulteriore istruttoria sulla situazione sanitaria a bordo della Gregoretti, in merito anche ad accertamenti citati nella documentazione inviata dalla procura siciliana, ma non presenti. Gasparri mette ai voti la richiesta e finisce 10 a 10: bocciata. L'esito si ottiene con il voto dello stesso Gasparri che si schiera con l'opposizione, scatenando il putiferio.
Crucioli salta sulla sedia e lascia la riunione, portandosi dietro i membri presenti della maggioranza che accusano: "Il presidente manca di terzietà. Non doveva votare, ha approfittato delle assenze". Le rimostranze nascono dal fatto che il plenum della Giunta vedeva assenti Pietro Grasso (LeU) e Michele Giarrusso (M5s), in missione con l'antimafia negli Usa. Inoltre, viene spiegato, la richiesta di Crucioli non aveva bisogno di essere messa ai voti e quindi poteva essere accolta dal presidente perché non "dilatoria".
"Il presidente ha detto fino a ieri che questo è un organo giurisdizionale, ma si è comportato in maniera più politica degli altri", rilancia la capogruppo del M5s nella Giunta Elvira Evangelista. E insiste: "Non è stato un presidente imparziale". Le fa eco la senatrice del Pd Anna Rossomando: "E' un'evidente forzatura, oggi non avremmo dovuto votare. Gasparri non ha rispettato una prassi di garbo istituzionale".
Il presidente si difende ricordando: "Ho facoltà di votare, in quanto componente della Giunta", anche perché da relatore del caso, osserva, "se avessi ritenuto che mancavano determinati documenti e c'era bisogno di un approfondimento l'avrei detto io, per primo". Inoltre, sull'ufficio di presidenza convocato alle 19, precisa che "non è un organo in cui si vota" E taglia corto: "Ci sarà una proposta prevalente. Se non verrà raggiunta l'unanimità, la questione verrà posta in Giunta".