il futuro dei pentastellati

M5s, Di Battista rinsalda l'asse con Di Maio: "Se il Paese è migliorato è anche merito di Luigi"

Dalla prescrizione alla Spazzacorrotti, dai vitalizi al Reddito fino al decreto Dignità: l'ex deputato elogia il capo politico

Dopo aver preso le difese di Gianluigi Paragone dopo la sua espulsione dal M5s, che aveva inevitabilmente segnato una netta distanza con Luigi Di Maio, l'ex deputato pentastellato e personalità ancora molto influente all'interno del M5s, Alessandro Di Battista, ha inviato una lettera al Fatto Quotidiano per dimostrare la sua vicinanza e il suo sostegno all'ex collega a Montecitorio, rinsaldando un asse che sembrava essersi sfilacciato: "Dalla prescrizione alla Spazzacorrotti, dai vitalizi al Reddito di cittadinanza fino al decreto Dignità, se il Paese è migliorato è anche merito di Luigi" ha scritto Dibba. 

Il clima all'interno del MoVimento Cinque Stelle resta parecchio agitato. Dalle recenti espulsioni al continuo calo nei sondaggi alla difficile agenda di governo da portare avanti, la leadership di Luigi Di Maio resta in discussione, nonostante la (non più troppo) recente difesa da parte di Beppe Grillo. Dal 13 al 15 marzo (date ancora da confermare ufficialmente, ndr) si terranno gli attesi Stati generali che daranno vita al cosiddetto "Movimento 2.0": nella ormai prossima kermesse programmatica verrà elaborata una nuova carta dei valori. Ma a tenere banco è l'ipotesi che a guidare la nuova fase possa non essere più Luigi Di Maio.

Il M5s potrebbe confermare Di Maio leader ma si potrebbero aprire le porte a un nuovo capo politico che al momento però non si intravede (circolano i nomi di Di Battista e di Chiara Appendino, più sfumata la posizione del ministro Patuanelli); oppure si potrebbe vedere un organo collegiale che per avere poteri e spazi avrebbe comunque bisogno di un nuovo Statuto, "rivisto quasi da cima a fondo" spiegano fonti interne al Movimento. A rimettere a centro di ogni discorso futuro Di Maio, comunque, come detto ci ha pensato Di battista, che dopo le critiche espresse per la decisione presa di espellere il senatore Paragone, ha scritto una lettera al Fatto Quotidiano per elogiare l'operato del ministro degli Esteri. 

"E' dovere morale dare a Cesare quel che è di Cesare. Nel nostro Paese, al netto di una stampa di regime che racconta falsità, sono state approvate negli ultimi due anni leggi che hanno reso l’Italia un Paese più civile - ha detto Di Battista -. La legge sulla prescrizione tutela le vittime. La Spazzacorrotti è una legge eccellente. Il Reddito di cittadinanza, sbeffeggiato dalla nobiltà liberista, ha dato ossigeno a centinaia di migliaia di cittadini in difficoltà. Assurdi privilegi della casta come i vitalizi sono stati colpiti e abbattuti. E il decreto Dignità ogni mese dà i suoi frutti" ha precisato.

"Io sono sempre stato scettico sul governo con il Pd. Ho sempre ritenuto difficile raggiungere con il Pd, partito di sistema, la revoca delle concessioni autostradali. Se, al contrario, ciò dovesse avvenire, sarò il primo a rallegrarmi nel dire di avere sbagliato - ha comunque aggiunto Dibba -. Io critico e so che da fuori è anche semplice criticare. A ogni modo una voce che chiede di più e che invoca maggiori prese di posizione anti-sistema credo sia necessaria. Tuttavia, allo stesso tempo, sono una persona perbene che sa valutare i successi delle persone. Negli ultimi mesi sono state approvate leggi che sognavamo venti anni fa" ha concluso Di Battista. L'asse con Di Maio, dunque, è rinsaldato. Almeno per adesso...

Di Maio: "In 3 chiedono le mie dimissioni, non è una ribellione" - "Che su 300 parlamentari del M5s, anzi 320, ce ne siano tre che lo chiedono è legittimo. Secondo me è profondamente scorretto far apparire la richiesta di tre come la ribellione del Movimento: questo è un problema mediatico". Così Luigi Di Maio rispondendo a chi gli
chiedeva se avesse mai pensato realmente di dimettersi dalla guida del Movimento.