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Addio a Italo Moretti, storico giornalista Rai

Ex direttore del Tg3, 86 anni, è stato un famoso inviato in Sud America

Ansa

È morto a Roma Italo Moretti, volto storico e interprete del giornalismo televisivo. Aveva 86 anni ed è stato un famoso inviato della Rai in Sud America (ha raccontato le guerre civili e le dittature). È anche stato conduttore del Tg2 e direttore del Tg3.

Nato a Giulianova il 29 ottobre 1933, la sua è stata una carriera giornalistica iniziata da giovanissimo, a 17 anni a Perugia collaborando con le redazioni locali di quotidiani nazionali. Nel 1966 entrò in Rai presso la sede umbra, per poi trasferirsi a Roma quello stesso anno, diventando radiocronista del Giornale Radio, dove, anche come inviato speciale, si occupò di sport, cronaca, politica interna, politica estera.

Nel 1968 l'inizio della sua esperienza professionale in America Latina, raccontando le complesse vicende politiche, fatte di periodi democratici che si alternavano in Cile, Argentina e Uruguay ai regimi militari e golpisti. E nel settembre del 1973 fu tra i primi giornalisti ad arrivare a Santiago dopo il golpe di Pinochet.


Nel 1976 il passaggio al Tg2, dove lo volle l'allora direttore Andrea Barbato, e lì continuò a dedicarsi alle complesse realtà del Sud America ma anche alle vicende politiche di Portogallo e Spagna, alternando l'esperienza di inviato speciale con la conduzione della edizione principale del telegiornale. Nel 1987 il passaggio, come vice direttore, al Tg3, testata di cui assunse la direzione nel 1995, per poi diventare dal 1996 al 1998 condirettore della Tgr, la testata giornalistica regionale della Rai.

Moretti è sopravvissuto a una sciagura aerea nello scalo di Addis Abeba, vicenda di cui fece un reportage che gli valse il Premio Saint-Vincent. Ha sempre inseguito la verità sul caso Alpi-Hrovatin, e non a caso è stato anche presidente del Premio Ilaria Alpi per il giornalismo televisivo.



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