Sul caso Gregoretti la maggioranza ha chiesto di rinviare la data del voto su Salvini, fissato in precedenza al 20 gennaio, a dopo le elezioni regionali in Emilia Romagna. La richiesta ha scatenato l'ira di Salvini, che ha accusato il M5s di essere "senza dignità". Al leader leghista ha subito risposto la pentastellata Paola Taverna: "Senza dignità è lui, che non ha mai gestito seriamente l'immigrazione".
Nel frattempo, la proposta del presidente e relatore della Giunta per le immunità Maurizio Gasparri è stata di avanzare "all'assemblea il diniego alla richiesta" nei confronti di Salvini sul caso. Ci sarà una votazione ma l'orientamento, stando alle dichiarazioni dei giorni scorsi, sembra diretto verso una bocciatura e di conseguenza un voto al Senato.
Si prevede intanto un nuovo scontro tra gli ex alleati di governo, Lega e M5s. La richiesta di rinvio da parte della maggioranza è dovuta ai timori che quel voto, troppo a ridosso delle elezioni, rischiasse di diventare facile arma elettorale per Salvini. Ma al momento nessuno dei 23 senatori della Giunta l'ha chiesto (serve una motivazione) e Gasparri quindi archivia la possibilità: "E' inesistente, nessuno ne ha parlato", aveva spiegato alla fine dell'incontro di mercoledì.
Salvini sul rinvio voto: "M5s senza dignità" - Matteo Salvini ha commentato la richiesta M5s e del resto della maggioranza sul rinvio del voto dopo le elezioni dicendo: "Hanno paura di perdere la faccia, sono senza onore e senza dignità".
Taverna: "Senza dignità è Salvini" - Immediata la replica della senatrice pentastellata Paola Taverna, che contrattacca su Twitter: "Senza dignità è chi ha abusato dei suoi poteri per fare propaganda senza mai gestire veramente l'immigrazione. Da quando Salvini non è più ministro sono aumentati rimpatri e ricollocamenti".
Zingaretti: "Salvini usa la giustizia per fini elettorali" - All'attacco di Salvini anche il segretario nazionale dem Nicola Zingaretti che, commentando il caso, ha affermato: "Non siamo come Salvini che utilizza la giustizia per fare campagna elettorale. Anche in questo siamo molto diversi e migliori di quella cultura assolutamente deprecabile che utilizza la giustizia per i fini personali e di partito. Sono garantisti quando gli pare a loro e giustizialisti quando devono attaccare gli avversari. Noi siamo meglio".
Verso il voto a metà febbraio - La marcia verso il voto finale in Aula del Senato (previsto per metà febbraio) non rallenta nemmeno se la relazione venisse bocciata. In questo caso a riferire in Aula sarà un altro senatore, che si è espresso diversamente da Gasparri e che riporterà l'orientamento della maggioranza della Giunta. Nessuno stop neppure durante la settimana di campagna elettorale in vista delle regionali.Ci sarà la sospensione delle commissioni di Palazzo Madama, che si fermeranno tra il 20 e il 24 gennaio.
Nel frattempo le dichiarazioni suonano già di guerra e gli esiti scontati, sulla carta. Ora l'ex ministro dell'Interno non ha più i voti dei 5Stelle, che un anno fa sul caso Diciotti lo difesero in nome di un'azione condivisa da tutto il governo. Al nemico storico però il senatore ha strappato Francesco Urraro passato alla Lega e quindi un "no" certo, insieme agli altri 9 del centrodestra. A chiedere il processo, invece, potrebbero essere 13 senatori tra Pd, Italia viva e gruppo Misto.