Un amore nato nelle aule di tribunale, tra le udienze di uno dei processi più seguiti d'Italia, quello sulla morte di Stefano Cucchi. Lei è Ilaria, la sorella di Stefano, lui è il suo avvocato, Fabio Anselmo, che l'ha accompagna passo dopo passo in una battaglia giudiziaria durata dieci anni. Lei ricorda: "Ero sempre felice quando lo sentivo". E lui: "C'era qualcosa tra noi, ma come potevo lasciarmi andare?".
Tra dolore e sensi di colpa - Ilaria parla al tempo stesso di gioià e dolore perché, dice a "Repubblica", "ogni volta ero felice di sentire la sua voce, ma poi arrivavano i sensi di colpa: come potevo essere contenta? Mi avevano ammazzato il fratello, e non riuscivo a ottenere la verità. Eppure quell'avvocato riusciva sempre a emozionarmi". E lui: "C'era troppo dolore tra di noi: il dolore di una sorella e di una famiglia, il mio dolore personale legato alla condizione di mia moglie, uscita dal coma e mai più completamente ripresa".
Il libro di una storia d'amore - Sulla loro storia Ilaria e Fabio hanno scritto un libro, "Il coraggio e l'amore", e oggi sul quotidiano improvvisano un dialogo per ripercorrere una vicenda fatta di emozioni e sentimenti contrastanti, tra mille paure e tanti rimorsi. Quel sentimento di intesa nato da una tragedia, quella storia romantica scaturita dalla morte di un uomo, di un fratello, dice tanto dei due protagonisti. Lei ricorda come "la prima volta Fabio fu solo una voce. Lo chiamai al telefono nel momento più difficile della mia vita. Avevo appena visto il corpo tremendamente sfigurato di Stefano e mi venne naturale rivolgermi all'avvocato di Ferrara che aveva trovato la verità sulla morte di Federico Aldrovandi, il giovane ucciso dai poliziotti". E lui: "Sentii una voce determinata. Molto coinvolta sul piano affettivo ma anche lucida. Misurata, Mi colpì per questo. Confesso che ero molto titubante. Avevo appena ottenuto una sentenza giusta per Aldrovandi e non potevo compromettere la mia credibilità. Ma la telefonata di Ilaria mi ispirò immediata fiducia".,
La commercialista e l'avvocato - Ilaria parla della iniziale repulsione per le richieste di quell'uomo, che "mi disse di fotografare il volto tumefatto di Stefano", determinando così una pietra miliare in quel lungo processo. Lui che procede con la massima prudenza ("prima di accettare il caso, volli conoscere i Cucchi") e che dice di aver visto Ilaria per la prima volta in tv ("meravigliosa, pulita, il suo modo di esprimersi era perfetto"). Lei che parla di una "personalità che mi incuteva timore" e lui che ricorda "una ragazza giovane e molto bella, e una figura molto potente". Lui un importante avvocato, lei "solo" un'amministratrice di condominio". Lei che dice "Io mi sono innamorata al primo istante" e lui: "Ma anche per me fu lo stesso. Rimasi affascinato, ma cercai di tenere a freno questo sentimento. Avevo troppo rispetto del dolore tuo e dei tuoi genitori".
Quella foto dell'abbraccio in tribunale - Insomma, una storia d'amore nata dal dolore di una perdita immensa, quella di un fratello. Eppure una storia che nasce e cresce così, tra udienze e interrogatori, tra manifestazioni di piazza e aule di tribunale. Fino a quella foto del giugno 2013, pubblicata proprio su "Repubblica", in cui Ilaria e il suo avvocato si abbracciano in tribunale. "Fu allora che tutti capirono che ci amavamo", ricorda lei, mentre lui ammette: "Non è stato facile lasciare una donna, mia moglie, uscita distrutta dal parto di nostro figlio. Per anni avevo vissuto con la sofferenza del superstite che non si dà pace perché io stavo bene e mia moglie no. Oggi è diverso. E devo tutto a Ilaria, che mi ha insegnato a sorridere anche nella tragedia".