razzi su Baghdad

Tensione Usa-Iran, Trump: "La nostra reazione sarà spropositata" | L'Iraq vota per mandare a casa i militari americani

Escalation di minacce tra Washington e Teheran, che paventa di "cancellare Israele" mentre ha ripreso l'arricchimento dell'uranio. Razzi su Baghdad: sei feriti. La Casa Bianca ora vuole sanzionare l'Iraq

© Ansa

"Gli Stati Uniti colpiranno in maniera sproporzionata, se verranno attaccati". Con quest'ultimo post di Donald Trump su Twitter l'escalation di minacce e prove di forza tra Washington e Teheran non accenna a fermarsi. A due giorni dall'uccisione del generale Qassem Soleimani la tensione anzi aumenta. Teheran lancia razzi vicino all'ambasciata Usa a Baghdad e paventa di "cancellare dalle cartine Israele", se Washington reagirà agli attacchi. 

Razzi su Baghdad: sei feriti Per la seconda notte consecutiva piovono razzi dal cielo nel centro della capitale irachena, teatro di un nuovo scontro tra i due acerrimi nemici di sempre. Secondo Al Jazeera, quest'ultimi colpi di mortaio hanno ferito sei persone. L'obiettivo dei Pasdaran è l'ambasciata americana e intimidire così Washington.

Teheran si sfila dall'accordo sul nucleare Dopo aver promesso di colpire "siti militari" statunitensi, Teheran inoltre annuncia che non rispetterà più i limiti fissanti nell'accordo con le potenze mondiali nel 2015 (anche con gli Usa, poi usciti unilateralmente per volontà di Donald Trump nel 2018). La Repubblica islamica si sgancia così dal testo che, in cambio dell'alleviamento delle sanzioni economiche, aveva limitato il suo programma nucleare per timore che si dotasse di armi atomiche. Niente più limiti all'arricchimento e allo stoccaggio di uranio, quindi, né allo sviluppo di attività nucleari.

Attraverso la tv di Stato, tuttavia, l'Iran ha anche insistito che la collaborazione con l'Agenzia internazionale dell'energia atomica "continuerà come prima" e che resterà aperto a negoziati con i partner europei, che non sono riusciti sinora ad accontentare la sua richiesta: poter vendere il suo greggio all'estero nonostante le sanzioni Usa. E ha confermato l'impegno a non lavorare per dotarsi di armi atomiche.

Centinaia di migliaia di iraniani accolgono il feretro del generale Soleimani Gli annunci sono arrivati nella giornata in cui centinaia di migliaia di iraniani hanno accolto il feretro del comandante delle forze al Quds, riportata in Iran dall'Iraq. È arrivato ad Ahvaz, per poi essere spostato a Mashhad e lunedì a Teheran e a Qom, per processioni pubbliche, infine a Kerman per la sepoltura. Nelle stesse ore di domenica, il gruppo sciita libanese Hezbollah ha dichiarato che le basi militari Usa, le sue navi e truppe in Medioriente, ora sono un legittimo bersaglio.

Le minacce dell'Iran Un ex comandante dei Pasdaran ha spiegato che Haifa e Tel Aviv, in Israele, sono possibili bersagli, e l'alto consigliere della Guida suprema dell'Iran Hossein Dehghan ha rincarato parlando alla Cnn: "La risposta sarà certamente militare, contro siti militari", "l'unica cosa che può metter fine a questo periodo di guerra è che l'America riceva un colpo pesante quanto quello inferto".

Il Parlamento iracheno vota per mandare a casa i militari Usa Intanto, in Iraq, il Parlamento ha approvato la risoluzione che chiede la fine della presenza militare straniera, misura mirata all'espulsione dei 5mila militari statunitensi impegnati contro l'Isis. La tensione è altissima nella regione, dopo mesi in cui Teheran e Washington si scambiavano attacchi e minacce. Sabato sera alcuni razzi sono caduti sulla Green zone di Baghdad, sede di uffici e sedi diplomatiche, tra cui quella Usa che era stata assaltata da sostenitori dei paramilitari filoiraniani, di cui 25 erano stati uccisi in raid statunitensi.

Trump ha tentato di fermare il voto in Iraq: sanzioni a Baghdad L'amministrazione Trump ha tentato di fermare il voto del Parlamento iracheno per l'espulsione delle forze Usa dal Paese. Lo riporta l'agenzia Axios citando due fonti della Casa Bianca e una di Baghdad. Gli americani avrebbero cercato di persuadere i vertici iracheni perché un ritiro americano sarebbe "catastrofico" proprio per l'Iraq, rischiando di finire sotto l'influenza dell'Iran e, in questo caso, costringendo Washington a imporre sanzioni.

Le minacce del presidente americano via Twitter Durante l'arco di tutta la giornata di domenica Trump ha soffiato sul fuoco su Twitter, scrivendo che gli Usa hanno già "nel mirino 52 luoghi iraniani", "alcuni di livello molto alto e importanti per l'Iran e la cultura iraniana". La convenzione dell'Aia del 1954, di cui gli Usa fanno parte, vieta però azioni militari contro luoghi culturali, colpibili se assegnati a nuovo uso. L'Iran ospita 24 luoghi patrimonio dell'Unesco.

Contatti tra l'Ue e l'Iran In Europa, l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea, Joseph Borrell, ha parlato al telefono con il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Zavad Jarif, invitandolo a Bruxelles e chiedendo "moderazione".

Il ruolo dell'Italia e la replica di Guerini e Di Maio In Italia, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha risposto alle polemiche sul ruolo delle basi Usa, "smentendo categoricamente" che i droni usati per il raid contro Soleimani siano partiti da Sigonella. Analoga smentita dal ministro degli Esteri, Luigi di Maio. Guerini ha anche aggiunto, dopo che la coalizione anti-Isis ha sospeso le proprie attività in Iraq per proteggere i militari dispiegati, che "sarà la coalizione, con tutti i suoi componenti, a determinarne gli sviluppi".