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Tensione con Usa, Iran all'Onu: "Azione militare chiama azione militare" | In migliaia per il funerale di Soleimani

La promessa di Rohani alla figlia del generale ucciso: "Tutti vendicheranno la sua morte". Giallo su un secondo raid Usa contro un commando di miliziani filo-iraniani

"La risposta ad un'azione militare è un'azione militare. Da parte di chi? Quando? Dove? Lo vedremo". Lo ha detto l'ambasciatore iraniano all'Onu, Takht Ravanchi, in un'intervista alla Cnn. Nel giorno dei funerali del generale iraniano Qassem Soleimani, il clima è sempre più teso. Incontrando la figlia, il presidente iraniano Rohani ha promesso che "tutti vendicheranno la morte del padre".

Ravanchi, che poche ore dopo l'attacco aveva scritto al segretario generale dell'Onu parlando di un "atto di terrorismo" da parte degli Usa, non abbassa i toni. "Non possiamo rimanere in silenzio, dobbiamo agire ed agiremo", ha detto sottolineando che il raid  "è stato un atto di guerra contro il popolo iraniano".

Funerali a Baghdad di Soleimani: "Morte agli Usa" - A Baghdad, intanto, si sono svolti i funerali del generale. Migliaia di persone hanno partecipato gridando - tra la sua bara e quella del suo principale luogotenente in Iraq, Abu Mehdi al-Mouhandis - "morte all'America". Il corteo ha sfilato tra le vie del distretto di Kazimiya, dove si trova un santuario sciita. I resti di Soleimani saranno portati in Iran dopo la cerimonia. Presente anche il primo ministro iracheno Adil Abdul-Mahdi.

Baghdad, i funerali del generale Soleimani

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Pompeo: europei non sono stati d'aiuto come volevo - Gli alleati europei degli Stati Uniti "non sono stati così d'aiuto come avrei desiderato", ha detto il Segretario di Stato Usa, Mike Pompeo. Intervistato da Fox News, Pompeo ha affermato di avere telefonato a funzionari di vari Paesi per parlare dell'attacco: "Ho trascorso gli ultimi giorno e mezzo-due giorni a parlare con i partner nella regione, condividendo con loro cosa stavamo facendo, perché lo stavamo facendo e cercando la loro assistenza. Sono stati tutti fantastici".

"Poi, parlando con i nostri partner in altri luoghi, che non sono stati altrettanto buoni - ha proseguito -. Francamente, gli europei non sono stati così d'aiuto come avrei desiderato che fossero". In particolare, ha proseguito, "i britannici, i francesi, i tedeschi devono capire che quello che abbiamo fatto, quello che gli americani hanno fatto, ha salvato vite anche in Europa".

Nuovo attacco a nord Baghdad, ufficiale Usa nega ruolo americano - Un attacco aereo a nord di Baghdad in Iraq avrebbe colpito 2 auto che trasportavano milizie filo iraniane, un giorno dopo l'attacco degli Usa al generale iraniano Soleimani. A riferirlo un funzionario iracheno sotto anonimato, secondo cui 5 membri della milizia sarebbero stati uccisi. Le forze di mobilitazione popolare però sostengono che a essere colpito è stato un convoglio medico vicino allo stadio a Taji a nord di Baghdad, negando che sia morto uno dei leader della milizia, come riferito dai media. Un funzionario americano, sotto anonimato, ha affermato che l'attacco segnalato vicino a Taji non è stato un attacco militare americano.

Coalizione anti-Isis ridimensionerà la sua azione - Nel frattempo un funzionario della Difesa statunitense ha rivelato che la coalizione anti-Isis ridimensionerà la portata delle sue operazioni per "ragioni di sicurezza". "Condurremo limitate azioni contro lo Stato islamico assieme ai nostri partner laddove possano a loro volta sostenere i nostri sforzi", ha dichiarato il funzionario spiegando che gli Stati Uniti comunque "hanno rafforzato le misure di sicurezza nelle basi della coalizione in Iraq". 

Cina: "No ad abusi della forza militare" Da Pechino arriva il monito agli Usa "a non abusare della forza militare". Il ministro degli Esteri Wang Yi, nel colloquio telefonico con la controparte iraniana Mohammad Javad Zarif, ha osservato che la forza "non è la soluzione nelle relazioni internazionali". La mossa Usa, invece, ha violato "le norme di base dei rapporti internazionali e aggraverà le tensioni e le turbolenze regionali".

Il micidiale drone MQ-9 "Reaper",  l'ammazzaterroristi di Trump

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Con una gittata di 1.800 chilometri e la possibilità di raggiungere i 15mila metri di altitudine l'MQ-9 "Reaper", originariamente conosciuto come Predator B, è un "aeromobile a pilotaggio remoto" sviluppato dalla statunitense General Atomics Aeronautical Systems (GA-ASI). E probabilmente il predator usato contro le due auto che stavano trasportando il generale iraniano Qassem Soleimani.  Questo velivolo (che costa circa dieci milioni di dollari) è in dotazione da circa dieci anni anche all'Aeronautica Militare italiana, che lo usa disarmato, per compiti di sorveglianza e ricognizione.  Questo tipo di drone è specializzato nel condurre offensive mirate, contro target specifici. Il primo prototipo si è alzato in volo nel 2001.  Il sistema Predator è composto essenzialmente da tre elementi: il velivolo; la stazione di controllo a terra, una vera e propria cabina di pilotaggio che grazie ad un collegamento satellitare può guidare l'aereo durante le operazioni anche a centinaia di chilometri di distanza; una stazione di raccolta dati, dove vengono analizzate in tempo reale le immagini ricevute dal velivolo e, attraverso un nodo di telecomunicazioni, ritrasmesse alle unità operative.

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