Ne avevamo parlato appena sei mesi fa, dopo la nostra prima prova della Nuova Range Rover Evoque, il suv medio più amato dai giovani, che negli ultimi 9 anni ha venduto oltre 800mila esemplari nel mondo e ha collezionato in bacheca circa 200 premi. Molto presto - avevamo scritto - arriverà un full-hybrid plug-in (ricaricabile dalla presa), capace di andare in solo elettrico, con la parte termica affidata ad un nuovo 3 cilindri di 1.5 cmc. Una svolta che seppur ancora non "calendarizzata" ufficialmente da JLR, dovrebbe equipaggiare a breve sia questo modello che il Discovery Sport, la "sorellina" preferita da chi ha famiglia.
La nostra prova - Siamo tornati a bordo dell'Evoque, arrampicandoci a Frigento, antica colonia sannita ma tra i monti d'Irpinia, terra di lupi, di vini importanti e paesaggi unici, per apprezzare le qualità off-road di un suv che sembra non avere pecche e che con le nuove motorizzazioni "elettriche" tanto attese cerca ancora di più di avvicinarsi a quella perfezione da sempre perseguita dal brand inglese, che per fare ancora più bella la "Nuova Evoque", non ha esitato a investire un milione di sterline tondo tondo. La versione che abbiamo guidato su ogni percorso, per circa tremila chilometri, è la 2.0D i4 180 CV R-Dynamic SE AWD Automatico. Una versione Mild-Hybrid a gasolio, con un grosso motore elettrico da 40 volt che provvede anche ad avviare l'auto e che lavora a sostegno di quello termico, riducendo i consumi e garantendo una notevole spinta in più in fase di spunto e accelerazione. La trazione integrale, è un marchio di fabbrica per Land Rover, in questo caso lavora su una trasmissione automatica a nove rapporti della ZF. In pratica, un motore d’avviamento che recupera energia nei rallentamenti e la converte in elettricità, immagazzinandola in una batteria nascosta sotto al pianale. Energia che il sistema è pronto ad aggiungere all’albero motore soprattutto nelle accelerazioni.
Le differenze - E' meglio chiarire subito che un’auto ibrida non è un’elettrica pura ma è un’auto in cui, appunto, al tradizionale motore a combustione si affianca un motore elettrico, con risvolti importanti sia per i consumi che per l'ambiente. La differenza tra il Mild hybrid (ibridazione leggera) e il Full hybrid (ibridazione piena) sta proprio in questo. Nel Full-Hybrid, con motori elettrici di media potenza le batterie consentono di viaggiare in autonomia per distanze di un certo numero di chilometri. Fino ad arrivare all'Hybrid plug-in che consente di ricaricare le batterie, sia in movimento che da fermi, cioè "inserendo la spina" - tanto per tradurre pari pari dall'inglese - sia nel box di casa che a una colonnina in città, come facciamo attualmente per il rifornimento a un normale distributore di benzina. Ultima differenza sostanziale, a proposito di Plug-in, è l'aumento dell'autonomia in modalità elettrica, oltre 50/60 km e da 100 a circa 500 per i modelli in arrivo nel 2020, con set modulari di batterie che in futuro sarà anche possibile noleggiare e comporre, a seconda delle esigenze di percorrenza.
L'attesa - Ecco perché cresce l'attesa per l'arrivo imminente del Full-Hybrid su Evoque, un suv che è diventato un mito per una generazione, sia per il suo leggendario aplomb da vero suddito di sua maestà, sia per le sue linee affascinati che fin dall'inizio hanno conquistato i più giovani. Senza contare performance e affidabilità, praticamente uniche nel suo segmento. Questa seconda generazione di Evoque assomiglia molto a un altro fortunatissimo brand della casa. la Velar, a partire dalle maniglie a filo con la carrozzeria, quasi invisibili quando si viaggia ma che fuoriescono dalla fiancata a macchina ferma. Una versione tutta nuova che condivide con la precedente solo un piccola parte della meccanica. La nuova Evoque è disponibile solo a cinque porte ma in quattro metri e 37 cm di lunghezza c'è tutto: eleganza, infotainment, elettronica, lusso e tecnologia avanzata, a cominciare dai due schermoni sovrapposti da 10’’ nella consolle (uno a inclinazione variabile), da cui si può gestire ogni cosa in un touch, come nel cockpit di un jet.
Tutto sotto controllo - - Impeccabili i sistemi di sicurezza: dalla frenata automatica d'emergenza (con tre livelli di sensibilità), al mantenimento di corsia, grazie a due occhi elettronici sempre puntati sulla strada. Impareggiabile il controllo della vettura, in ogni situazione, grazie alla visione a 360 gradi garantita da un esercito di telecamere. Considerando che come ogni Land Rover, l'Evoque può affrontare e arrampicarsi come poche altre auto su ogni tipo di strada, a bordo sono presenti altre due telecamere che spiano ciò che succede anche sotto al cofano e sono in grado di mostrare al guidatore, in ogni passaggio, dove poggiano le ruote. Geniale, infine, lo specchietto retrovisore che si trasforma in un monitor e mostra come in tv, grazie a un'altra provvidenziale camera montata sulla pinna a tetto, cosa succede dietro la vettura, anche se il lunotto posteriore è completamente oscurato da eccessivi bagagli. Utilissimo quando si viaggia a pieno carico e la normale retrospettiva è impedita da ingombri. Sempre in tema sicurezza, i proiettori full-led molto sottili ma posizionati nella parte alta della griglia frontale fanno il resto e l'All Terrain Progress Control (ATPC), brevetto Land Rover, non ha nemmeno bisogno di essere "raccontato".
I prezzi - A partire da 40mila euro, per arrivare a quasi 70mila - optional più/optional meno. Dalla 2.0D i4 LowFlow 150 CV a trazione anteriore e cambio manuale, alla 2.0D i4 240 CV R-Dynamic HSE AWD Automatico, che con i suoi 500 Nm di coppia è il top di gamma. Ma per chi proprio non si accontenta, c'è anche l'Evoque da 300 cavalli con un prezzo che lievita fino a 73mila euro. Comunque, quale che sia la versione che scegliamo stiamo sempre parlando di Range Rover Evoque, un mito su quattro ruote che da quando è stata sfornata non conosce momenti di appannamento. E che adesso, con l'arrivo annunciato del Full-Hybrid Plug-in, promette di replicare un successo infinito, senza sorprese., come JLR insegna.
Fabrizio Filippone