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Ragazze investite e uccise, l'amico sul sedile posteriore dell'auto: "Davide ha urlato 'Pietro fermati', poi lo schianto"

Spunta la testimonianza del secondo giovane a bordo con Genovese, Tommaso Edoardo Fornari: "Lui ha continuato a guidare ma aveva cambiato faccia. Era come un automa"

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"Fermati, ferma". Tommaso Edoardo Fornari era seduto sul sedile posteriore dell'auto di Pietro Genovese. la notte dell'incidente in cui sono morte Gaia e Camilla, quando dice di aver sentito quelle parole, prima dello schianto. A pronunciarle, dichiara il giovane secondo il verbale consegnato dai vigili alla Procura di Roma, sarebbe stato Davide Acampora, che invece era accanto a Pietro. 

"Pietro era come un automa" - Quello stesso Davide che, subito dopo l'incidente, ai vigili ha detto che "era impossibile evitare quello che è successo". Secondo le parole di Fornari messe a verbale, scrive Repubblica, emergono dettagli differenti. Ecco la dichiarazione del giovane: "Fermati, ferma, ho sentito gridare questo quasi nello stesso istante in cui ho udito un fortissimo botto alla macchina. Pietro ha continuato a guidare per altri duecento metri circa ma aveva cambiato faccia. Era come un automa, non sembrava in sè, anzi sembrava proprio non capire più niente". 

Questione di attimi - Acampora aveva invece raccontato ai vigili che "le due povere ragazze sono sbucate all'improvviso. Venivamo da un semaforo verde, non andavamo fortissimo ma avevamo preso velocità quando stavamo all'altezza del semaforo successivo. Eravamo sulla corsia di sorpasso, alla nostra destra ho notato un'auto che ha rallentato senza capirne il motivo e subito dopo correvano davanti a noi le due ragazze". Secondo le parole dell'altro ventenne, Acampora avrebbe gridato a Pietro di fermarsi perché si era accorto, seppur all'ultimo minuto, delle ragazze. Questione di un attimo, che potrebbe essere stato fatale per il tragico schianto.

Versioni diverse - Alla versione di Fornari ha dato credito la gip Bernadette Nicotra, che ha disposto i domiciliari di Genovese mettendo comunque in risalto "la condotta vietata e incautamente spericolata"  delle due ragazze che attraversando con il rosso, di notte, sotto la pioggia, hanno "concorso alla causazione del sinistro mortale", come si legge nell'ordinanza del giudice. Quello stesso concorso di colpa che gli avvocati dei genitori delle ragazze stanno tentando di evitare: secondo la loro ricostruzione, le ragazze erano sulle strisce, ma la gip ne dubita e scrive che "attraversavano presumibilmente senza far uso dell'attraversamento pedonale". Sembra invece sicuro che il suv sia passato con il verde. Sull'attraversamento delle due amiche, sulle strisce o no, ci sono testimonianze discordanti. Per tentare di ricostruire quanto accaduto realmente potrebbero essere determinanti le immagini delle telecamere di un ristorante che si trova sul luogo dell'incidente, e che sono già state sequestrate dall'autorità giudiziaria. 

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