'Ndrangheta, otto arresti in Piemonte: c'è anche l'assessore Rosso di FdI | "Per un pacchetto di voti pagò 15mila euro"
Nel mirino della gdf le ultime elezioni regionali. Per il pg "Rosso è sceso a patti con i mafiosi e l'accordo ha avuto successo"
C'è anche Roberto Rosso, assessore ai Diritti civili della Regione Piemonte e uno dei leader piemontesi di Fratelli d'Italia, tra le otto persone legate alla 'ndrangheta arrestate dalla guardia di finanza di Torino per scambio elettorale politico-mafioso. Nei confronti dei soggetti, radicati nel territorio di Carmagnola e attivi nel capoluogo piemontese, sono stati inoltre effettuati sequestri di beni.
Rosso avrebbe pagato quindicimila euro in cambio della promessa di un pacchetto di voti per le regionali del 26 maggio 2019. Secondo quanto riferito dalla guardia di finanza, dall`indagine è emersa la piena consapevolezza del politico e dei suoi intermediari circa "la intraneità mafiosa dei loro interlocutori". A lungo parlamentare di Forza Italia, con cui all'inizio degli Anni Novanta è stato candidato sindaco di Torino, Rosso ha poi aderito al partito di Giorgia Meloni. Oltre che assessore regionale, è anche capogruppo di FdI in Comune a Torino.
"Secondo le risultanze delle indagini Roberto Rosso è sceso a patti con i mafiosi. E l'accordo ha avuto successo", ha detto Francesco Saluzzo, procuratore generale del Piemonte. Gli investigatori hanno documentato - anche con immagini - diversi incontri tra Rosso e alcuni presunti boss, tra cui Onofrio Garcea, esponente del clan Bonavota in Liguria, anche in piazza San Carlo a Torino.
'Ndrangheta, otto arresti in Piemonte
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