Da anni viene sfruttato nei laboratori cinesi che confezionano vestiti a Prato, in Toscana, ma ora dice di non farcela più. “Mi fa male la schiena, mi fanno male le spalle, ma a loro importa solo del lavoro”, dichiara un operaio senegalese ai microfoni di "Quarta Repubblica".
E’ un richiedente asilo costretto a turni massacranti di 12 ore al giorno, dal lunedì alla domenica senza riposi, nonostante abbia un contratto di 2 ore quotidiane. Il suo datore di lavoro lo paga in nero 900/1000 euro al mese in contanti e approfitta del fatto che lui sia un richiedente asilo. La legge, infatti, gli permette di lavorare ma non di superare un certo reddito, oltre il quale verrebbe escluso dal circuito dell’accoglienza.