Manovra, via libera del Senato | Tassa sulla plastica dimezzata, bufera per lo stop alla cannabis
Tassa sulla plastica più che dimezzata, quella sulle auto aziendali quasi annullata, per lo zucchero tutto rinviato a ottobre 2020 e norma sulla canapa dichiarata inammissibile. Con le ultime modifiche, la Manovra sale a circa 32 miliardi
Il primo passo della Manovra 2020 è fatto. Il governo incassa il voto di fiducia del Senato (166 sì e 128 no) e mette in cascina il testo della legge di Bilancio, praticamente blindandola, nonostante l'ultimo ostacolo delle 70 modifiche richieste dalla Ragioneria dello Stato. Bagarre per la norma sulla canapa stralciata dalla Manovra perché ritenuta inammissibile dalla presidente Casellati.
Salvo imprevisti, la Manovra (che ammonta a circa 32 miliardi) non cambia più: passa senza la legalizzazione della canapa, con lo stop all'aumento dell'Iva, con un taglio da 3 miliardi delle tasse per i lavoratori, con plastic e sugar tax ma anche con una nuova tegola da 47 miliardi di aumenti di Iva e accise nel 2021 e nel 2022 che dovranno essere disinnescati.
Il voto del Senato arriva con il sì "convinto" di Pd e Leu, con un sì con riserva di Iv e con un sì condito da qualche mal di pancia per i Cinque stelle: una manciata di senatori 5s fino all'ultimo si mostra in dubbio se partecipare al voto e Gianluigi Paragone vota no.
Gualtieri: "Manovra piccolo miracolo" "Il voto del Senato ci consegna una maggioranza solida e coesa e una Manovra che esce non solo confermata ma anche rafforzata nel suo impianto", dichiara in serata il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. "Con un governo insediato da pochi mesi, che ha ereditato una situazione difficile, questa legge di bilancio può essere considerata un piccolo miracolo", aggiunge.
Bagarre in Aula, scontro 5S-Casellati su cannabis In Aula il clima si surriscalda davvero solo a inizio di seduta, quando la Casellati dichiara inammissibili 15 norme, tra cui quella introdotta da un emendamento M5s che avrebbe l'effetto di legalizzare la cannabis light. Il centrodestra applaude il presidente. La maggioranza protesta: "E' una scelta tecnica" perché le norme ordinamentali non possono andare in Manovra, "se questa misura per voi è importante fatevi un disegno di legge", ribatte il presidente. "Ci tengo a ringraziarla 'tecnicamente' per aver evitato la vergogna dello Stato spacciatore", sorride Matteo Salvini.
Dal governo il ministro Federico D'Incà protesta con garbo: "Rispetto la decisione ma sono amareggiato, non era una liberalizzazione ma una regolamentazione del mercato della canapa". Il capogruppo Pd Andrea Marcucci dice di "non capire" la scelta. Il M5s, con Giuseppe Brescia, chiede le dimissioni della Casellati. E per tutto il giorno i senatori continuano ad accapigliarsi sul tema. "Drogato!", urla Ignazio La Russa a un senatore M5s. Mentre Loredana De Petris sfida tutti i senatori del centrodestra a fare un test antidroga dopo le vacanze.
Buffagni (M5s) a Salvini: "Facciamo il test sulla cannabis" Il viceministro 5s Stefano Buffagni sfida Salvini: "Facciamo il test, non solo sulla cannabis". Intanto però la norma salta. Il vaglio finale della Ragioneria dello Stato sul maxi emendamento su cui il governo mette la fiducia porta anche altre novità. Sono circa 70 le norme che vengono cambiate in extremis per errori di forma o mancanza di coperture.
Il business della cannabis light in Italia
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