Non è più Patrimonio dell'umanità il Carnevale di Aalst, in Belgio. I tre giorni di festa in strada con sfilate di carri allegorici sono stati rimossi dall'Unesco dalla lista, dopo le tensioni tra l'agenzia dell'Onu e il sindaco della cittadina, Christoph D’Haese. L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, infatti, aveva mosso critiche sulla presenza di note di razzismo e antisemitismo durante la manifestazione, in particolare sugli stessi carri dove il potere e il capitalismo vengono messi alla gogna con caricature di ebrei con topi e denaro. "Non siamo né antisemiti né razzisti, - è la difesa del primo cittadino, - Aalst resterà sempre la capitale della beffa e della satira".
La motivazione - Il Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell'umanità ha giustificato con "il ripetersi di rappresentazioni razziste e antisemite" nel Carnevale di Aalst alla base della sua decisione di togliere all'evento il titolo di Patrimonio Unesco dell'umanità, biglietto da visita per attirare i turisti.
Il carnevale cittadino era stato portato sul banco degli imputati alla fine dell'ultima edizione dal Simon Wiesenthal Center (Swc) e da altre organizzazioni come Avvocati britannici per Israele (Uklfi). “Lo status dell'Unesco - era sottolineato nella denuncia - ha portato migliaia di turisti".
"La rimozione dalla lista Unesco non è una garanzia per un carnevale senza odio", ha dichiarato Shimon Samuels, direttore delle relazioni internazionali. all'Swc. "Monitoreremo e, se necessario, adotteremo altre misure per informare i nostri soci in tutto il mondo e altri amici sui pericoli della partecipazione alla manifestazione ".
La difesa passa poi all'attacco - Sarà "inevitabile" che gli ebrei vengano derisi di nuovo nell'edizione 2020, afferma il sindaco D’Haese. Che precisa: “Non siamo né antisemiti né razzisti. Tutti coloro che lo sostengono agiscono in malafede".