Le Sardine hanno invaso piazza San Giovanni a Roma, con la folla che ha cantato "Bella Ciao" e l'inno di Mameli. "Siamo più di 100mila", ha detto uno degli organizzatori del flash mob, Valerio Renzoni. Il leader del movimento, Mattia Santori, ha parlato di "obiettivo raggiunto". Fonti della Questura della Capitale parlano di 35mila persone presenti.
No ai simboli - Il primo meeting nazionale del "non-partito" è stato, per gli organizzatori, "una festa contro l'odio e per i valori antifascisti e costituzionali". Ammesso solo il simbolo della sardina, banditi tutti gli altri. "Domani inizia una nuova fase. Ci sarà un momento in cui ci siederemo e ci guarderemo negli occhi, per confrontarci su ciò che è stato e su ciò che sarà", ha detto Valerio Renzoni.
"Piazza antifascista" - "Abbiamo deciso di riprenderci la piazza antifascista di San Giovanni": questo l'esordio dello speaker della manifestazione sul palco di Roma che ha poi introdotto il presidente dell'Anpi, Carla Nespolo. "Una piazza che con la vostra presenza rendete gioiosa, civile e piena di speranza. Grazie ragazzi per l'impegno democratico. Abbiamo sperato che questo avvenisse. Sono i giovani che ci hanno portato a un presente di lotta e di speranza", ha detto la Nespolo. Subito dopo il suo intervento la piazza ha intonato "Bella Ciao" poi alcuni attivisti hanno letto gli Articoli della Costituzione.
"Partigiani del 2020" - "Siamo i partigiani del 2020, dobbiamo resistere. Non possiamo farci portare via la nostra Costituzione e la nostra Europa, che deve mettere al centro l'uomo", ha detto l'eurodeputato del Pd, Pietro Bartolo, ex medico dei migranti a Lampedusa, ha fatto un intervento incentrato in gran parte sui diritti dei migranti e sulla richiesta di cancellare i decreti sicurezza, definiti "leggi vergognose che non ci sono in nessun'altra parte del mondo".
Il leader Santori: "Noi distinguiamo politica dal marketing" - Ha poi preso la parola anche il leader del movimento, Mattia Santori. "Come a Bologna e nelle altre città qui non si passa. Le piazze hanno preso la forma dell'antifascismo e della lotta alla discriminazione. Con mezzi ignoti al sovranismo bieco, la gratuità, l'arte, il racconto della diversità", ha detto. "Le Sardine non sono mai veramente esistite, in quelle piazze c'erano solo delle persone capaci di distinguere la politica dal marketing", ha aggiunto Santori concludendo poi che "il 99% di noi non vogliono fare un partito".
"Obiettivo raggiunto" - "L'idea era riempire la piazza e cambiare un po' la percezione della politica in questi anni. Direi che l'obiettivo e' stato raggiunto", ha poi aggiunto il giovane studente. Valerio Renzoni, uno degli organizzatore romani, ha spiegato che "domani inizia una nuova fase. Ci sarà un momento in cui ci siederemo e ci guarderemo negli occhi, per confrontarci su ciò che è stato e su ciò che sarà".
Gli "Stati generali" delle Sardine rappresentano la prima prova nel cuore politico del Paese anche per Mattia Santori, uno dei quattro creatori trentenni delle Sardine, ma finora vero leader con le sue numerose apparizioni televisive.
Assente CasaPound Alla manifestazione non è presente CasaPound che nei giorni scorsi aveva annunciato la possibilità di partecipare all'evento. Il leader del movimento di estrema destra, Simone Di Stefano, ha pubblicato una foto su Twitter in cui appare con un cartoccio di sardine fritte in mano. "Mica ci avete creduto?, ha scritto.