Moglie e mamma di tre ragazzi, Cristina Nonino, friulana DOC, rappresenta la quinta generazione di distillatori ricoprendo, oltre che il ruolo di Consigliere Delegato, anche quello di Direttore Commerciale e Vendite Italia e Produzione di Nonino.
Ciao Cristina, sono davvero curiosa di conoscerti: la tua energia arriva fin dal primo saluto.
Ti ringrazio per il bellissimo complimento: qui a Udine si lavora moltissimo con tanto impegno e con tanto entusiasmo.
I friulani sono gente solida.
Sento di appartenere a questa Terra, il Friuli che nel passato ha vissuto grandi difficoltà. Da essa, dai miei genitori ho preso il carattere forte e deciso, ma anche riservato e solido. Il mio lato più creativo invece l’ho ereditato dalla nonna materna Tina, di origini venete: una donna solare, emancipata e di larghe vedute. E’ stata una femminista ante litteram, se possiamo definirla così: insegnante elementare, decise di sposarsi all’età di 34 anni, piuttosto adulta per l’epoca e, pur avendo un marito imprenditore, pretese che le figlie studiassero e lavorassero per essere indipendenti. Peraltro, anche la nostra famiglia è fortemente “women oriented”: i miei genitori hanno avuto tre figlie femmine e nostro padre non l’ha mai vissuto come un problema, ma ci ha favorito nell’inserimento in azienda considerandoci sempre alla pari.
Un papà e una mamma a cui sei molto legata.
Mio padre è un uomo molto riservato e pudico nei sentimenti. Sicuramente il fatto di essere rimasto orfano di padre quando aveva solo sette anni ha influito sul suo modo di essere. Per farti un esempio, papà non ci ha mai abbracciato, ma ci ha sempre fatto sentire il suo appoggio, la sua stima e la sua presenza. I nostri genitori sono stati molto esigenti con noi tre sorelle impartendoci un’educazione molto rigida: niente uscite serali, niente storielle sentimentali, niente colpi di testa, ma su di loro abbiamo sempre potuto contare ed appoggiarci nei momenti di difficoltà. Mia madre è stata fondamentale nella mia formazione, ho sempre cercato la sua approvazione, il suo apprezzamento e d’altra parte in famiglia ci ha sempre fatto sentire protette e accudite.
La tua passione per la grappa?
E’ nel mio DNA: io rappresento la quinta generazione di distillatori e mia figlia Francesca, che già lavora in azienda, è la sesta. La Distilleria Nonino è stata fondata alla fine dell’800 dal trisnonno Orazio che, con un piccolo alambicco itinerante su ruote ricevuto in dono, distillava le vinacce, ovvero le bucce dell'uva dopo che questa è stata spremuta per fare il vino. Si tratta quindi di un’eredità centenaria, che seguo con grande passione affiancando mio padre nella distilleria, che rimane il cuore pulsante del nostro lavoro: distillare la grappa è un’arte antica, un rituale che mi emoziona e che mi appartiene.
Non tutte le grappe sono uguali, però.
Questo è assolutamente vero! Desidero ricordare che per me e per la mia Famiglia la ricerca dell’eccellenza qualitativa è sempre stato il primo fine del nostro lavoro. Nonino ha rivoluzionato il mondo della distillazione con la creazione della prima grappa di singolo vitigno, il Monovitigno Nonino, elevando la grappa, considerata fino ad allora un distillato grezzo e inelegante, a un rango nobile. Ci sono voluti anni, ma ce l’abbiamo fatta e la nostra innovazione è diventata oggetto di celebrazione al punto che il The New York Times nel 1997 pubblicò un articolo in cui si affermava che “per decenni la Grappa è stata poco più che una forma tascabile di riscaldamento per i contadini del Nord Italia...Gli italiani più ‘in’ e la maggior parte degli stranieri la disdegnavano. Ma tutto questo accadeva prima che i Nonino salissero alla ribalta". Tanti i riconoscimenti ricevuti negli anni, che continuano ancora oggi: ti anticipo che il 27 Gennaio 2020 a San Francisco riceveremo il più importante award Americano, il "The Wine Enthusiast Star Award": Nonino sarà la prima azienda italiana a essere insignita con il doppio riconoscimento “Spirit Brand / Distiller of the Year 2019” ed è assolutamente la prima volta per un distillato italiano, la grappa appunto.
Ricerca per l'eccellenza che vi vede sempre in prima fila.
Certamente: è importantissimo continuare a battersi per la grappa di qualità. Oggi le normative europee favoriscono la trasparenza in etichetta, che nella nostra categoria purtroppo manca o viene interpretata in modo da non dare informazioni chiare al consumatore. Per mantenere un’alta reputazione sui mercati la grappa deve rispondere a criteri di qualità e artigianalità che troppo spesso vengono solo millantati in etichetta: ricordiamo che salvaguardare la grappa vuol dire preservare una meravigliosa espressione del Made in Italy, che nel mondo è molto apprezzata. Sono orgogliosa di affermare che la grappa Nonino è una grappa autentica, distillata 100% con metodo artigianale e invecchiata naturalmente in cantina sotto sigillo, proprio come stabilito dalla normativa vigente.
Tre donne, tre sorelle: com’è la gestione in azienda?
La nostra identità è legata all’azienda, la grappa è il nostro collante, quello che ci vede unite, perché la grappa fa parte della nostra vita da sempre e tutte noi l’amiamo profondamente! Qualcuno ci ha definito come la tribù di Asterix: in tempo di pace magari ci sono incomprensioni e baruffe, ma quando il pericolo si fa concreto, siamo tutte unite contro il nemico! Le radici, i nostri valori ci permettono di essere autentiche sempre e in qualsiasi situazione. Molta della nostra formazione è stata determinata dall’aver potuto conoscere e frequentare grandi maestri del nostro tempo grazie al Premio Nonino, giunto ormai alla 44esima edizione.
Il Premio Nonino è diventato famoso: mi racconti un po' la sua storia?
Il Premio è nato con una connotazione tecnico-scientifica per salvare i vitigni autoctoni del Friuli; una volta raggiunto questo primo obiettivo, il Premio si è arricchito della sezione Culturale diventando una delle manifestazioni più autorevoli in Italia e nel Mondo. Istituito, finanziato e organizzato dalla Distilleria Nonino, conta su una giuria straordinaria. Un’esperienza a cui devo tantissimo, e che mi ha fatto sentire cittadina del mondo pur non avendo viaggiato molto.
So che ti sei sposata giovanissima.
Mi sono fidanzata a 17 anni e a 20 ho sposato il mio primo e unico amore, Toni: io e mio marito siamo insieme da ben 38 anni! Abbiamo sempre avuto idee chiare su quello che per noi era prioritario, cioè la famiglia, ed infatti la nostra primogenita, Chiara, è nata nove mesi e cinque giorni dopo il nostro matrimonio. A seguire sono arrivati Davide, 31 anni, che oggi lavora con il papà, e infine Francesca, 29 anni, che lavora con me. Mio marito è sempre stato un ottimo padre e un eccezionale compagno, che mi ha sempre supportato e incoraggiato, oltre che essere un bravo imprenditore. Per accudire i miei figli ho abbandonato l’università ed ho lavorato part-time sino a quando anche la più piccola ha iniziato l’asilo. Le mie sorelle hanno scelto invece di diventare madri quando già ricoprivano ruoli di responsabilità in azienda, per cui hanno lavorato sempre fino a pochi giorni dal parto, rientrando al lavoro in tempi rapidissimi. L’unico vantaggio che hanno avuto è che, essendo la nostra un’azienda a gestione familiare e vivendo loro dove la Nonino ha sede, hanno potuto assentarsi in caso di necessità.
E’ stato difficile conciliare lavoro e famiglia?
Sono la responsabile del Mercato Italia per cui i miei viaggi sono più brevi rispetto a quelli di Antonella ed Elisabetta, che invece si occupano dell’estero. Tuttavia l’impegno ed i ritmi del mercato sono diventati sempre più intensi negli anni e mi hanno costretto a scelte radicali: la mia vita sociale è pochissima, se non nulla, e così pure le frequentazioni degli amici. Ma tutto questo viene compensato da esperienze lavorative spesso appaganti.
Si avvicina il Natale: come lo festeggerai?
In famiglia, ovviamente! Per noi la cena di Natale è un rito importantissimo che ci vedrà riuniti tutti insieme a casa di mamma Giannola. La cena sarà all’insegna della tradizione con i piatti che ricordo fin da piccola: non potranno mancare il prosciutto San Daniele con 30 mesi di stagionatura abbinato alla mostarda di fichi ed accompagnato alla Grappa Nonino Cru Monovitigno Picolit; l’insalata russa, i tortellini fatti in casa in brodo, il cappone di cortile ripieno e poi l’immancabile “brovada e musett”, piatto tipico friulano. Straordinaria poi la “Rosa di Gorizia”, un radicchio le cui sementi vengono tramandate di generazione in generazione, e l'immancabile purè. E poi i dolci: il Nocciolato di Visone, prodotto da un artigiano piemontese che lo realizza con le nocciole delle Langhe raccolte e tostate personalmente, e poi il panettone artigianale da 10 kg. I dolci ovviamente sono abbinati alle nostre più preziose Riserve Nonino: la Riserva dei Cent’anni e la Grappa Nonino Riserva 24 anni, oltre all’Amaro Quintessentia, straordinario liscio, ma eccellente anche con ghiaccio e, perché no?, in versione punch. Per chiudere in bellezza, tutti i nipoti, da Chiara che ha 34 anni per arrivare alle gemelle Costanza e Beatrice di 13 anni, ci intrattengono con la recita natalizia e alla fine apriamo i regali! Una serata meravigliosa e piena di gioia.
Ho capito, la grappa è perfetta anche abbinata ai dolci.
Assolutamente sì! Senza nulla togliere al classico fine pasto, la Grappa dà sensazioni incredibili nel cosiddetto "food pairing", ovvero nell’abbinamento dei sapori: si tratta infatti di un distillato che richiama subito una situazione intima di coccole e calore. Invito tutti a provarne l’alchimia in abbinamento ai dolci, al panettone, al torrone, ma anche ai cantuccini, con la crema pasticcera o con la millefoglie. E’ incredibile con il cioccolato, una combinazione eccezionale.
Io so che quest'anno però c'è una novità...
E' così, abbiamo una importante new entry: il Nonino Ginger Spirit, un distillato di solo zenzero, che rappresenta la mia promozione nell’Arte della Distillazione da parte del mio grande maestro, mio papà Benito. Sull’etichetta per la prima volta il Maestro Distillatore sono io e ne sono tanto, tanto felice! Evviva!