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Cinema, il Pinocchio illustrato e dark di Matteo Garrone

La pellicola, in sala dal 19 dicembre, vedrà Roberto Benigni interpretare Geppetto

Un Pinocchio illustrato e un pizzico dark quello proposto da Matteo Garrone nel suo ultimo film, in cui le immagini travolgono tutto, anche lo stesso racconto di Carlo Collodi. O, almeno, evidenziano il carattere evocativo, simbolico, di ciò che appare in questa favola iniziatica piena di animali proprio come "Il flauto magico" di Mozart su libretto di Schikaneder. Il film, in sala il 19 dicembre in 600 copie distribuite da 01, per molti sarà ricordato per la felice riuscita estetica dei suoi personaggi. Tra i principali, Roberto Benigni vestirà i panni di Geppetto.

Tra gli animali protagonisti la barocca lumaca (Maria Pia Timo), perfetto elogio della lentezza; l'enorme balena; il saggio tonno parlante (Maurizio Lombardi) e, infine, sul fronte dark, la trasformazione di Pinocchio (Federico Ielapi) in ciuchino insieme al suo amico Lucignolo (Alessio Di Domenicantonio).

E poi le immagini simil-horror del Pinocchio-asinello gettato nel mare con tanto di macigno come zavorra.

E gli umani in questo film voluto da Garrone da quando aveva sei anni? C'è, su tutti, Roberto Benigni nei panni di un credibile Geppetto, falegname e padre a sua insaputa proprio come Giuseppe di Nazareth. E ancora sul fronte degli umani, almeno come aspetto, troviamo la Fatina (Alida Bardari Calabria e Marine Vacht da adulta), Massimiliano Gallo nei panni del direttore del Circo e uno straordinario Gigi Proietti in quelli di Mangiafuoco.

Filologicamente rispettoso del testo della favola di Collodi del 1883, il "Pinocchio" di Garrone parte lento, ma poi recupera quanto più la favola diventa fantasy e si affida alle immagini. E va detto che alla firma di Garrone, che anche questa volta non smentisce la sua formazione di pittore, andrebbe aggiunta quella di Mark Coulier, artista britannico ed esperto di trucco prostetico che ha al suo attivo due Oscar e film come Harry Potter , X-Men e The Mummy Returns, The Iron Lady e Grand Budapest Hotel. Sue le maschere del Gatto (Rocco Papaleo), della Volpe (Massimo Ceccherini) e del Grillo Parlante (Davide Marotta) e, ovviamente, quella del protagonista Pinocchio con diverse protesi di silicone lignee per far diventare Federico Ielapi un credibile burattino senza fili, ma ovviamente molto spesso troppo legnoso.

Riferimenti pittorici di Garrone? L'illustratore originale del libro Enrico Mazzanti, ingegnere e disegnatore fiorentino, i Macchiaioli e forse, ma solo un po': "Le immagini di Tim Burton che è un mio regista di riferimento".

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