l'eccidio del 12 dicembre del 1969

Strage di piazza Fontana, Mattarella: "Non sono fatti del passato, colpevoli i depistaggi di una parte dello Stato"

Il presidente della Repubblica a Milano per la commemorazione del 50esimo anniversario dell'attentato che costò la vita a 17 persone: "Uno strappo lacerante". Il sindaco Sala: "Dobbiamo chiedere scusa a Valpreda e Pinelli e ringraziare Luigi Calabresi"

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Sergio Mattarella ha partecipato al Consiglio Comunale di Milano per la commemorazione del 50esimo anniversario della strage di piazza Fontana. "Non sono fatti del passato, sono la nostra identità", ha ricordato il presidente della Repubblica che ha rivolto un messaggio ai familiari delle 17 vittime. "A loro dobbiamo saper dire che ci sentiamo legati da un vincolo morale, tra italiani e italiani", ha detto.

Le scuse di Beppe Sala Al consiglio comunale straordinario ha parlato anche il sindaco di Milano, Beppe Sala. "Penso che chi come me rappresenta la comunità milanese, debba scusarsi con Pietro Valpreda e Giuseppe Pinelli, per la loro persecuzione. Un sentimento di grata memoria che vale anche per il commissario Luigi Calabresi, un servitore dello Stato che fu ucciso dopo una campagna d'odio aggressiva", ha detto. 

"Colpevoli i depistaggi di una parte dello Stato" Mattarella, da parte sua, ha parlato anche dei tanti depistaggi che a lungo hanno nascosto la verità sulla matrice della strage. Per il presidente della Repubblica, "l'attività depistatoria di una parte di strutture dello Stato è stata doppiamente colpevole". Secondo il capo dello Stato, fu "un cinico disegno, nutrito di collegamenti internazionali e reti eversive, mirante a destabilizzare la giovane democrazia italiana, a vent'anni dall'entrata in vigore della sua Costituzione. Disegno che venne sconfitto".

"Uno strappo lacerante" I tragici fatti del 12 dicembre 1969, in cui persero la vita 17 persone, rappresentano, ha detto Mattarella, "uno strappo lacerante recato alla pacifica vita di una comunità e di una Nazione, orgogliose di essersi lasciate alle spalle le mostruosità della guerra, gli orrori del regime fascista, prolungatisi fino alla Repubblica di Salò, le difficoltà della ricostruzione morale e materiale del Paese".
 

Revisionismo e interpretazioni oscure Durante la seduta straordinaria del Consiglio comunale milanese a cui ha preso parte, Mattarella ha aggiunto che "disinvolte manipolazioni strumentali del passato, persistenti riscritture di avvenimenti, tentazioni revisioniste alimentano interpretazioni oscure entro le quali si pretende di attingere versioni a uso settario, nel tentativo di convalidare, a posteriori, scelte di schieramento, opinioni di ieri". 

La nostra identità Quella della strage di Piazza Fontana resta una ferita aperta, impossibile da dimenticare. "Il trascorrere del tempo non colloca tra gli eventi vecchi e da rimuovere l'attacco alla democrazia portato in quegli anni: non commetteremo l'errore di pensare che siano questioni relegate a un passato più o meno remoto", ha osservato Mattarella. Al contrario, "sono la nostra identità, il nostro Patto civile a essere usciti segnati da quegli avvenimenti. Occorre esserne consapevoli per non correre il rischio di poterli rivivere", Secondo il Capo dello Stato, serve riaffermare "il dovere del rispetto di una memoria collettiva, in una vicenda di cui si conoscono origini e responsabilità. 

Il destino dell'Italia Mattarella ha poi concluso con un monito affinché il destino del nostro Paese non sia fatto di odio e violenza. "Ciascun popolo porta, nel proprio intimo, le stimmate di una autobiografia fatta di eroismi, gioie, viltà, dolori, atti di coraggio e misfatti. Su di essi occorre saper fare verità e giustizia. Nel momento in cui facciamo memoria delle vittime di piazza Fontana sappiamo di dover chiamare le espressioni politiche e sociali del Paese, gli uomini di cultura, l'intera società civile, a un impegno comune: scongiurare che si possano rinnovare in Italia le fratture terribili in cui si inserirono criminalmente quei fatti", ha detto.