Strage di Piazza Fontana, "un boato, poi l'inferno": a 50 anni dall'esplosione che insanguinò Milano
Il 12 dicembre 1969 una bomba causò 17 morti e oltre 80 feriti nella Banca nazionale dell'Agricoltura, dove erano in corso le contrattazioni del mercato agricolo e del bestiame
Strage di Piazza Fontana, a 52 anni dall'esplosione che insanguinò Milano
Faceva freddo e c'era una nebbia fitta a Milano alle 16:37 del 12 dicembre del 1969. Era la calma che precedeva la tempesta, che precedeva la bomba che causò 17 morti e oltre 80 feriti nella Banca nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana a Milano, dove erano in corso le contrattazioni del mercato agricolo e del bestiame. Una ferita che, cinquant'anni dopo, non riesce a rimarginarsi. "Ci fu un boato, poi l'inferno", racconta uno dei testimoni.
Il superstite Fortunato Zinni quel giorno c'era e si salvò per miracolo. Aveva appena finito di "sigillare" con un gesto della mano la contrattazione tra due agricoltori nel salone della banca alle 16:30, quando fu chiamato in un ufficio di sopra. Nell'ufficio si appoggiò alla vetrata e in quel momento scoppiò l'inferno. Un momento che i manuali di storia hanno riconosciuto come inizio ufficiale di quel grigissimo periodo conosciuto come "Strategia della tensione".
Il racconto A 50 anni di distanza, Zinni ricostruisce meticolosamente quel pomeriggio di morte e i giorni convulsi che seguirono: "Lo spostamento d'aria mi gettò a terra. Quando scesi nell'atrio era buio e sentivo i telefoni suonare all'impazzata. Risposi ed era la Questura che mi chiedeva se era scoppiata la caldaia. Risposi di no, che la caldaia era da un'altra parte e che sentivo l'odore di mandorle amare dell'esplosivo. L'agente mi chiese: cosa vede? Risposi: un pezzo di braccio".
Strage di piazza Fontana, la ricostruzione
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