Si sarebbe autoaccusato di un omicidio per proteggere la figlia, vera autrice del delitto, e la moglie, sua complice. Adesso lui stesso rischia una condanna a 20 anni di carcere. È quanto emerge dalla nuova ricostruzione dei fatti della Procura di Bari sull'omicidio del pregiudicato Pierpaolo Perez, 49enne ucciso con un colpo di pistola al volto nella sua abitazione di Bitetto il 26 giugno 2018.
Il caso - Protagonista della vicenda, un collaboratore di giustizia pugliese di 56 anni, Pietro Losurdo, ex affiliato al clan Parisi, fino a poco fa unico imputato per quell'omicidio. L'uomo ora potrebbe essere condannato a 20 anni di reclusione con l'accusa di concorso nel delitto. Gli inquirenti avrebbero appurato infatti che la vera esecutrice materiale sarebbe stata la figlia 23enne, Mariangela, con la complicità della madre, Giuseppina De Santis.
La ricostruzione - Entrambe, stando a quanto ricostruito dai Carabinieri avevano una relazione sentimentale con la vittima e insieme avrebbero deciso di uccidere Perez, un tempo collaboratore di padre e marito in molte attività criminali. Il giorno del delitto i coniugi Losurdo avrebbero avuto il ruolo di vigilanza all'esterno della casa mentre la figlia 23enne avrebbe ammazzato l'ex amante con un colpo di pistola in fronte, a bruciapelo, mentre l'uomo dormiva su una poltrona del soggiorno. Subito dopo il padre, come documentato dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti in strada, sarebbe entrato nell'abitazione per recuperare l'arma.
La falsa pista - Poco dopo il delitto Losurdo si era costituito confessando l'omicidio e per questo era finito in carcere. Poi il colpo di scena che ha consentito la modificazione del capo di imputazione nei confronti di Losurdo, in udienza, durante la requisitoria. La sentenza definitiva è attesa per il 4 febbraio prossimo e per il 56enne si prospetta una dura condanna, mentre le indagini sulle due donne sono tuttora in corso. Il processo, si sta celebrando con il rito abbreviato dinanzi al gup del Tribunale di Bari.