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Il pallavolista Saitta: "Caro Papa Francesco, aiutaci a non giocare a Natale"

Il giocatore di Ravenna sarà a Trento con la squadra e non a casa con la moglie e la figlia di un anno. Il motivo? Il Palazzetto dello sport occupato dal basket...

Ansa

Il pallavolista Stefano Saitta vuole celebrare il Natale con la sua famiglia, nel pieno rispetto delle tradizioni. Invece no, deve recarsi a Trento a giocare con la sua squadra, Ravenna. Per lui, fervido credente, un vero colpo al cuore, che lo ha spinto a scrivere una lettera a papa Francesco perché lo aiuti a scongiurare questa eventualità. "Ascolta Santo Padre - scrive Saitta -  la supplica di chi vuole vivere insieme alla propria famiglia la nascita di Gesù. E questo è il grido di un giovane cattolico".

Caso anomalo quello della pallavolo nostrana. Perfino il calcio si fermerà per le festività. Il pallavolista ad "Avvenire" spiega la sua visione: "Anche nella "pagana" Francia, dove ho militato fino alla stagione scorsa, il campionato si interrompe il 25 dicembre". In Italia, invece, per la nostra lega da ormai 14 anni giocare a Natale e Pasqua è diventata una tradizione. Ma dopo la ribellione dei giocatori di tutti i club si era riusciti a trovare una mediazione sul giorno 26. Tranne che per una partita, quella di Trento contro Ravenna. La spiegazione data è che il palazzetto dello sport ha già in calendario un incontro di basket e perciò si deve giocare il giorno di Natale".

"Ma la pallavolo deve per forza giocare il giorno di Natale?" È la domanda che si pone Stefano Saitta. I toni del giocatore non sono polemici nè aggressivi. Forse più che altro delusi, perché non è stata trovata una soluzione. E poi sono tristi, perché da professionista andrà in campo, con il rammarico di non passare un giorno in cui crede molto insieme alla moglie Nicoletta e alla figlia Noemi. "Questo Natale - aggiunge -  sarà il primo di Noemi e mi fa male pensare che io non sarò con lei e mia moglie nella notte in cui nasce Gesù".

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