Lo scandalo che è seguito all'omicidio della giornalista Daphne Caruana ha travolto anche il primo ministro di Malta Joseph Muscat. Il premier, attraverso una nota, ha smentito le indiscrezioni di stampa che parlavano di imminenti dimissioni e ha annunciato che "resterà concentrato sulla priorità del Paese affinché sia chiuso uno dei più grandi casi criminali della sua storia e, come già promesso, sarà quello il momento in cui risponderà e parlerà del futuro".
"Le notizie sui giornali locali di una mancanza di fiducia del Gabinetto verso il primo ministro non sono altro che pura invenzione", si legge nel comunicato del governo, in cui viene aggiunto che "l'unico fatto è che, tre giorni fa, il Gabinetto e l'intero gruppo parlamentare hanno dato a scrutinio segreto voto unanime di fiducia al primo ministro".
La giornalista uccisa stava seguendo la pista di alcune tangenti date a politici e funzionari governativi. Per il delitto era stato arrestato l'imprenditore Yorgen Fenech, principale sospettato. Muscat ha annunciato Fenech non avrà la grazia in cambio di informazioni. Arrestato la settimana scorsa, Fenech è stato rilasciato su cauzione e ha chiesto la grazia, che gli è poi stata rifiutata in virtù delle raccomandazioni del ministero della Giustizia e della polizia. Lo scandalo a livello politico in relazione all'uccisione di Caruana Galizia ha travolto il governo, con tre dimissioni ad alto livello.
Il capo di gabinetto del premier, Keith Schembri, e il ministro del Turismo, Konrad Mizzi, sospettato dalla giornalista di aver ricevuto mazzette tramite società panamensi, si sono dimessi. Il nome di Schembri è stato citato nell'inchiesta come legato a Fenech, ritenuto dalla famiglia della reporter e da vari media il mandante o uno dei mandanti. Schembri, arrestato giovedì sera, è stato poi rilasciato nella notte.