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Cara vecchia automobile, quanto ci costi!

Nonostante gli incentivi, le auto elettriche e ibride elettriche conteranno ancora per più dellʼ80% nel 2030

2030, anno della svolta per la CO2 in UE

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Il 35% delle vetture circolanti in Italia ‒ cioè 14 milioni di auto ‒ rispetta  uno standard sulle emissioni inferiore allʼEuro 4. Se guardiamo agli autobus dei vari servizi pubblici, scopriamo che il 60% è diesel Euro 3, cioè prossimo allʼuscita dal mercato in molte città italiane. Il ricambio del parco circolante è dunque necessario se si vuole unʼaria più pulita.

Ma come indurre gli automobilisti a cambiare auto se le ibride elettriche e le elettriche 100% ancora costano tanto? Gli ecobonus, le promozioni dei concessionari, gli incentivi alla rottamazione bastano? Di questo si è parlato ieri a Roma alla 74° Conferenza sul traffico e la circolazione, di come arrivare al 2030 rispettando i diktat UE sul taglio delle emissioni di CO2. Tema della conferenza è stato proprio “ Obiettivo 2030. Quali energie muoveranno lʼautomobile? Una sfida ambientale, economica e sociale”, nel corso della quale è stato anche presentato lo studio congiunto ACI-CNR-ENEA sugli scenari possibili.

Emerge un dato preoccupante: nel 2030 in Italia le auto con motori termici a benzina e diesel saranno ancora lʼ82% del parco circolante, mentre le ibride e le elettriche sfiorano il 10 e il 9%, rispettivamente. Cambierà poco dunque, anche se nelle grandi aree metropolitane del Nord lʼincidenza di ecosostenibili sarà superiore alla media nazionale. Il problema è anche di redditi: chi li ha medio-bassi rinvia il più possibile la scelta di acquistare unʼauto nuova, anche perché avverte lʼaria dei cambiamenti normativi e tecnici e aspetta che la situazione si chiarisca. In alcune regioni del Sud soltanto un veicolo su 10 rispetta oggi lo standard Euro 6.

Cʼè poi il discorso tecnico, in molti infatti non saprebbero cosa fare e come per ricaricare unʼauto elettrica. Serve informazione e uno sprone, come gli incentivi regionali, che però oggi sono stati attivati soprattutto nelle regioni con i redditi più alti. Cʼè poi un ulteriore, grosso problema che riguarda il passaggio allʼauto elettrica e segnalato dallo studio ACI-CNR-ENEA: le accise sui carburanti hanno fruttato allo Stato entrate per 18,5 miliardi di euro nellʼanno 2018. Risorse che di certo fanno comodo allʼErario. Come sostituire questi introiti per non pesare sul già forte debito pubblico?

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