Gelosia, insulti, controllo ossessivo: la violenza sulle donne inizia già da piccoli
Quasi 2 ragazze su 10 ritengono che il proprio fidanzato sia eccessivamente possessivo. E al 66% è capitato di subire una scenata di gelosia (spesso per futili motivi). Pochissimi, per fortuna, i casi di violenza
Prima che sia troppo tardi. Per combattere la violenza di genere bisogna intervenire giocando d’anticipo, lavorando sull’educazione all’affettività delle nuove generazioni. Perché i soprusi nei confronti delle donne non conoscono confini, nemmeno anagrafici. A scoprirlo, un’approfondita indagine di Skuola.net e Osservatorio Nazionale Adolescenza - in collaborazione con il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri – nell’ambito del progetto “Don’t slap me now”. Sono state oltre 7.500 le ragazze tra i 14 e i 20 anni intervistate per delineare i contorni del fenomeno tra le giovani donne. Sono proprio loro, infatti, ad essere spesso ‘vittime’ del partner. Circa 2 su 3, ad esempio, hanno subìto scenate di gelosia (quasi sempre senza motivo). E 1 su 10 ha confessato di aver paura delle reazioni del fidanzato. Ma questi sono soltanto alcuni dei dati presentati il 25 novembre a Binario F, il Centro per le competenze digitali allestito da Facebook a Roma.
Scenate e offese anche in pubblico e senza motivo
Il morbo della gelosia e della volontà di possesso è molto più articolato e diffuso di quanto ci si possa aspettare, anche tra chi si approccia solo ora al sentimento per eccellenza: l’amore. Quasi 2 ragazze su 10, tra quelle raggiunte dalla ricerca, ritengono che il proprio fidanzato sia eccessivamente geloso. Una condizione che, lasciata ‘lavorare’ sottotraccia, in poco tempo potrebbe sfociare in una vera e propria ossessione. E così puntualmente avviene: al 66% delle ragazze è capitato almeno una volta di aver subito una scenata di gelosia (ciò vuol dire che molte non valutano esagerate queste manifestazioni); al 14% di essere stata addirittura offesa pesantemente; in molti casi (38%) anche di fronte agli altri. Con un’aggravante: il 50% dichiara che lo sfogo è avvenuto per motivi giudicati banali o futili.
La paura del partner porta a limitarsi
Già questo sarebbe sufficiente per alzare il livello di guardia. Ma il dato più preoccupante è che, dalle parole ai fatti, il passo è breve. Per fortuna i casi di violenza fisica (almeno quelli riportati) messi in atto dai giovani partner sono molto limitati: si tratta comunque di 4 ragazze su cento, numeri che in questa fascia di età sono estremamente gravi. Ma sono molte di più le ragazze che vivono nella paura che possa capitare anche a loro: più di 1 ragazza su 10 dice di temere che il fidanzato, quando si arrabbia, prima o poi vada oltre. Paura che va ad intaccare il benessere psico-fisico diventando, di fatto, già una forma di violenza. E qui la copertura del campione è quasi totale: il 79% ha dichiarato di essersi, almeno una volta, limitata proprio per timore delle reazioni che avrebbe potuto avere il partner.
Anche le giovani donne tendono a perdonare
Nonostante ciò, così come avviene tra gli adulti, pure le adolescenti tendono a soprassedere quando il partner diventa violento. La chiave per far breccia nel loro cuore è sempre la stessa: il pentimento. Il 63%, infatti, racconta che il fidanzato, dopo averle picchiate, ha chiesto scusa, ammettendo di aver esagerato e promettendo di non farlo mai più. Di fronte a questo atteggiamento solitamente le vittime finiscono per credere al proprio fidanzato, concedendogli un’altra possibilità: 1 ragazza su 3, infatti, dopo aver subito violenza, dice di aver perdonato il partner, fidandosi delle sue parole. Inoltre, il 75% non ne ha parlato con nessuno. Forse perché, a livello familiare e sociale, c’è un vuoto comunicativo. Molto potrebbero fare le scuole, peccato che 3 giovani su 4 non abbiano mai affrontato questi argomenti in classe.
La smania di controllo si propaga anche online
Ma, trattandosi di nativi digitali, non si può non affrontare l’argomento ‘nuove tecnologie’. Visto che, la brama di controllo di tanti fidanzati, spesso allunga i suoi tentacoli anche nella dimensione digitale di chi gli sta a fianco. Una ‘violenza digitale’ che si manifesta attraverso un’ossessione verso smartphone, social network e chat del partner. Al 68% delle giovani intervistate, ad esempio, è capitato almeno una volta che il ragazzo pretendesse di leggere le sue conversazioni su WhatsApp; al 37% di dare l’accesso ai propri profili social; mentre il 13% è stata costretta a cancellare alcuni amici dai social network. Tutte forme di cyber-violenza che, sommate alla gelosia e alla possessività, hanno un impatto ulteriormente negativo su benessere, autostima ed emotività delle giovani vittime.
Il progetto 'Don't slap me now'
Fenomeni, questi ultimi, che sono relativamente recenti e soggetti ad una continua evoluzione, dettata dai repentini cambiamenti delle piattaforme tecnologiche. Esiste, perciò, un solo antidoto per prevenire le molteplici estreme conseguenze della violenza di genere: la formazione di ragazzi e ragazze, nei luoghi da loro frequentati e con linguaggi che possano comprendere. “Don’t slap me now” ha fatto esattamente questo, toccando diverse scuole d’Italia, con gli esperti dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza che si sono confrontati su questi temi direttamente con i ragazzi e arrivando a milioni di giovani grazie ai contenuti digitali informativo-educativi pubblicati sul portale Skuola.net, arricchiti da un video virale realizzato in collaborazione con Valeria Angione, influencer icona per gli studenti.
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