Ipotesi al vaglio

Rogo nel sottotetto di Milano, le fiamme innescate da un monopattino elettrico?

La morte dei due fidanzati in zona Navigli potrebbe essere stata provocata dall'incendio partito da una batteria in carica per tutta la notte. E' una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti

E' stato un monopattino elettrico ad aver innescato le fiamme che hanno portato la morte dei due fidanzati nel sottotetto in zona Navigli a Milano? A questa ipotesi stanno lavorando gli inquirenti: la batteria del mezzo era stata lasciata in carica per la notte. Le prime indagini hanno comunque chiarito che le fiamme sarebbero scoppiate all'ingresso della mansarda, ma non pare dal contatore elettrico, come inizialmente pensato. Un incendio partito lentamente che ha saturato l'ambiente di fumo nero. Teorie, in attesa dell'esame autoptico sui corpi di Rosita Capurso, 27 anni, e Luca Manzin, 29.

La Procura di Milano, intanto, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo, contro ignoti, sul caso dei due fidanzati che sono morti, nella tra giovedì e venerdì, nel loro appartamento che ha preso fuoco in zona Navigli a Milano.

Il pm Gaetano Ruta ha disposto l'autopsia sul corpo dei due giovani, Rosita Capurso, psicologa milanese, e Luca Manzin, avvocato nato a La Spezia.

L'appartamento dove vivevano i due - che si trova al primo piano di una palazzina di due sull'Alzaia del Naviglio Grande - è ancora sotto sequestro in attesa della relazione dei vigili del fuoco e dei carabinieri che stanno ancora effettuando accertamenti sulle cause del rogo. Per il momento sarebbero escluse cause dolose.

Dalle prime conclusioni sembra che il rogo sia partito all’ingresso della mansarda, dove erano presenti scatoloni, attrezzi, abiti e barattoli di vernice. La scintilla non sarebbe però partita dal quadro elettrico, ma dalla batteria in carica di un vecchio monopattino ritrovato liquefatto.

Le fiamme sarebbero partite molto lentamente, ma hanno prodotto quella coltre di fumo nero che avrebbe soffocato Manzin nel sonno, mentre la fidanzata, accortasi di quanto avveniva, ha tentato di spegnere il rogo con una bacinella d'acqua. Invano. Anche lei sarebbe stata sopraffatta dal fumo, mentre le ustioni sui corpi dei due non sarebbero state la causa del decesso.

Ai Ris di Parma il compito di scrivere la verità sulla triste vicenda.