Isis, foreign fighter italiano in Siria vuole tornare a casa: "Pronto a consegnarmi"
Mohamed Koraichi, italiano di origini marocchine, è partito da Lecco con la famiglia per abbracciare lo Stato islamico 4 anni fa. Ora si trova in un carcere curdo nel nord-est del Paese
"Sono venuto in Siria perché c'era la Sharia, volevo vivere con la ma famiglia nel vero Islam, ma adesso sono prigioniero e spero di tornare in Italia". Sono le parole di Mohamed Koraichi, italiano di origini marocchine dal 2013, arrivato nel nostro Paese nel 2003 e residente a Lecco. Quattro anni fa ha deciso di partire con la famiglia per abbracciare il Califfato, ma ora è rinchiuso in un carcere curdo nel nord-est della Siria.
Koraichi è uno dei foreign figher dell'Isis, super ricercati per terrorismo internazionale. E' stato lui il mentore del boxer Abderrahim Moutharrik, anche lui residente a Lecco, e ora nel carcere di Sassari per scontare una condanna a 6 anni per terrorismo. Dalla Siria Koraichi mandava le immagini del suo addestramento ai figli.
La storia di Mohamed è stata riportata dal Giornale, che spiega che Mohamed, classe 85, non ha mai ammesso di aver combattuto, nonostante le carte delle inchieste dicano che "i riscontri sull'addestramento militare di Koraichi" ci siano e che abbia partecipato quale " mujahed alle azioni violente decise dall'organizzazione terroristica".
In Siria, all'inizio, racconta, "si stava bene arrivava gente da tutto il mondo. Poi è intervenuta la coalizione guidata dagli Usa, che con la sua aviazione bombardava dappertutto".
"Come tutte le guerre ci sono stati degli errori da parte dell' Isis", ammette, "ci spostavamo da un posto all'altro fino a quando a Barghuz siamo finiti circondati". " Sono stato ferito e quando hanno aperto un corridoio umanitario mi sono consegnato con la famiglia". La moglie Alice Brignoli e i 4 figli: Saas di 7 anni, Ossama di 9, Ismail di 11, e un altro molto piccolo nato in Siria.
Anche sulla moglie di Koraichi pende un mandato di cattura e qualche giorno fa attraverso una Ong aveva lanciato un appello alle autorità italiane per aiutarla a tornare a casa con la sua famiglia.
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