"Se a quasi 90 anni finisci bersagliata da insulti e sotto scorta, credo sia normale chiedersi 'ma chi me l'ha fatto fare'. Ma non mi arrendo facilmente". Intervistata da Il Corriere della Sera, parla così la senatrice a vita Liliana Segre, che racconta di trovarsi alla sua età a condurre un'esistenza che non avrebbe mai immaginato. Eppure si dice pronta, se dovesse arrivarle la proposta, a presiedere la Commissione parlamentare contro l'odio. E sul suo incontro con Salvini, spiega, "abbiamo scelto la riservatezza per evitare strumentalizzazioni politiche".
Liliana Segre si confessa con una punta di amarezza. "Sono esausta. Troppa esposizione, troppo odio, troppe polemiche, troppa popolarità, troppo tutto. Alla mia età mi trovo a condurre un’esistenza che non avrei mai immaginato", afferma la senatrice a vita, sopravvissuta ad Auschwitz-Birkenau, dove fu deportata a 13 anni.
La Commissione contro l'odio diventa la commissione della discordia? - "Se me la propongono, sono pronta a dire di sì", risponde Liliana Segre alla domanda se sia disponibile a guidare la Commissione parlamentare da lei proposta. "Sono stata in dubbio - ha aggiunto - e certo il calendario degli anni non va indietro. Ma io credo in questa Commissione, dunque spero di reggere".
"La Commissione che ho proposto - ha aggiunto - non può giudicare né censurare nessuno e non può cambiare le leggi. Si tratta di studiare un fenomeno di un problema per cui tutti, anche gli esponenti dell'opposizione, quando parlano a telecamere spente, si dichiarano allarmati. L'odio in rete dilaga. La convinzione di agire in una zona franca e nell'anonimato, sta producendo un imbarbarimento, una sorta di bullismo su larga scala, che le leggi esistenti non riescono a contenere".
Cittadinanza onoraria sì, cittadinanza onoraria no - E sugli ultimi episodi che la vedono al centro di cittadinanze onorarie attribuite e negate da parte di alcuni Comuni italiani risponde: "Mi dicono che alcune iniziative hanno risvolti strumentali. Io non me ne curo, presumo la buona fede. Così fin qui le ho accolte onorata, preoccupandomi solo — per non apparire maleducata — di avvisare che, alla mia età, non posso andare a ricevere gli attestati. Però anche questo sta diventando un nuovo terreno di battaglia di cui farei a meno".
E sui casi specifici di Sesto San Giovanni e Biella, sottolinea: "Avere creato imbarazzo a quelle giunte mi dispiace. Il caso di Biella è stato però l’occasione di ricevere un fiore raro come il gesto di Ezio Greggio, che è molto più di una cittadinanza".