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La Tognazza: le buone eredità 

Fondata da uno degli attori più amati dal cinema Italiano negli anni Sessanta è uno dei primi esempi di azienda agrituristica a km 0: oggi una realtà di innovazione e successo

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Foto Doriano Jaroudi
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Gianmarco Tognazzi
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Un brand e uno stile di vita. Sinonimo di carattere, convivialità, personalità audace e creativa, divertimento, e storia. È così che piace definirsi La Tognazza, l’azienda agricola fondata dal mitico e celeberrimo Ugo Tognazzi, indimenticato e indimenticabile attore (poliedrico) capace di mantenere una vena comica senza mai perdere l’aplomb della serietà, ironico, pungente, dal tratto irresistibilmente surreale. E anche precursore. In tutto, sotto e lontano dai riflettori. 

Persino quando sceglie la tenuta di Velletri (alle porte di Roma), con le sue vigne e il suo uliveto, per dare inizio all’avventura che ha poi preso il nome de La Tognazza.

Siamo negli anni Sessanta, anni in cui il cinema era profondamente diverso da quello di oggi, quando un’idea cinematografica o una sceneggiatura prendevano forma intorno a una tavola imbandita e davanti a un buon bicchiere di vino.

Tognazzi fu in questo un assoluto precursore. La sua tenuta è stata uno dei primi esempi di azienda agrituristica a km 0 e il suo vino, il suo olio, gli ortaggi, rappresentavano una materia prima fondamentale per dare seguito alle sue “manie” enogastronomiche.

La sua passione per la cucina, infatti, era riconosciuta in tutta Italia, anche a fronte dei diversi libri di cucina scritti proprio di suo pugno. Dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 1990, è la moglie Franca Bettoja a prendere in mano le redini dell’azienda e a tentare per prima di lanciare il brand “La Tognazza”.

Durante la metà degli anni Novanta, la tenuta di Velletri produce infatti vino, olio, creme e confetture, con un punto vendita dedicato al suo interno. Ma è con l’entrata in scena del terzo figlio, Gianmarco, che La Tognazza si trasforma in un vero e proprio brand, intrecciando la storia della tenuta paterna con quella dei chiantigiani Franco e Matteo Bernabei ( enologi di fama internazionale), e compiendo un percorso di crescita e innovazione grazie al quale oggi è riconosciuta come azienda vinicola di qualità.


Ogni vino racchiude una storia, sempre diversa e in controtendenza ai classici stereotipi. Dalla vigna alla bottiglia, fino alle etichette e al modo di presentarsi.

Perché i vini de La Tognazza, informali, amichevoli e originali, vogliono essere prima di tutto un’alternativa. Oggi le sue vigne sono dislocate tra Velletri, i Castelli Romani e il Chianti, luogo simbolo per eccellenza del vino rosso italiano.


C’è il Tapioco, vino dal colore giallo paglierino intenso, che con i suoi riflessi verdognoli e i profumi avvolgenti è subito capace di ricreare intorno a sé un’atmosfera leggera ma non superficiale. Un fruttato-floreale con note di pera e fiori di acacia, dal sapore è secco, fresco, intenso e persistente, di corpo e con retrogusto piacevolmente cremoso;

il Come Se Fosse, con il suo colore rosso rubino, è l'eleganza della semplicità. Al naso, note di mirtilli, prugna, ciliegia, amarena e frutti rossi estremamente maturi, liquirizia e rabarbaro. Al palato, sapore delicato e un ottimo rapporto tra morbidezza e acidità;

c’è Antani, rock, diretto, che colpisce con un impeto forte e mai banale. Si presenta con un colore rosso rubino, dal naso importante, con prugna rossa, frutti di bosco e una nota speziata e dolce di pepe nero, chiodi di garofano e cannella, con sfumature di una leggera tostatura vanigliata;

e ancora il Casa Vecchia, di colore rosso rubino intenso con riflessi granati, con note di ciliegia, frutti di bosco, amarena, sentori speziati di viola, tabacco e note minerali, e dal sapore pieno e austero, vellutato e giustamente tannico;

il Voglia Matta, color giallo paglierino scintillante, note floreali di pesca e frutta esotica che ben si mescolano alle sfumature balsamiche e vanigliate e un sapore piacevolmente cremoso con un perfetto equilibrio tra acidità e mineralità e una lunga nota di miele nel finale; e infine, il Conte Mascetti, rosso rubino con riflessi violacei,  elegante e morbido, con note varietali di ciliegia e amarena e sentori speziati e tostati.

Di Indira Fassioni 


 

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