I medici di base avranno a disposizione più apparecchiature per effettuare gli esami diagnostici, in genere di competenza degli specialisti. L'obiettivo è ridurre le lunghe attese dei pazienti negli ospedali. E' uno dei provvedimenti previsti nel disegno della legge di bilancio che verrà approvata in Parlamento il 31 dicembre prossimo.
Le interminabili code in ospedale per una semplice visita specialistica di routine, con l'approvazione della legge di bilancio 2020, dal prossimo anno potrebbero diventare un lontano ricordo. Ospedali meno affollati e visite più facili da prenotare per il paziente sono gli obiettivi del Governo per "rivoluzionare" la sanità. Gran parte degli esami di routine potranno essere richiesti al medico di base grazie alle apposite apparecchiature che gli verranno fornite. Il contributo che verrà stanziato è pari a 235,834 milioni di euro, si apprende da uno dei provvedimenti contenuti nel disegno della legge di bilancio. Si punta sempre di più a una "medicina territoriale". La stima è stata calcolata prendendo in considerazione gli oltre 46.200 medici di Medicina generale che in media devono seguire 1.211 pazienti adulti.
Gli esami disponibili - Dall'holter pressorio, che registra per 24 ore i battiti del cuore e l'elettrocardiogramma adeguato a valutare l'attività cardiaca, alla retinografia capace di monitorare alcune patologie della retina, fino alla polisonnografia adatta a valutare le modificazioni dell'attività celebrale. Gli studi dei nostri medici di famiglia si riempiranno dunque di tele-care, tele-Health, tele-monitoraggio, tele dermatologia, grazie al collegamento con il database e consultando uno specialista. Il paziente si sentirà quindi "più seguito" dal proprio medico di famiglia perché quest'ultimo potrà controllare l'evoluzione di una patologia o leggere i risultati delle analisi e trasmetterne le valutazioni in tempo reale via smartphone dato il collegamento diretto con le apparecchiature.
Cosa prevede il disegno di legge - I dispositivi non verranno comprati dai singoli medici. ll comma 2 dell'articolo 55 della legge, fa notare Il Gazzettino, stabilisce infatti che "le apparecchiature sanitarie di cui al comma 1, di proprietà delle aziende sanitarie, sono messe a disposizione dei medici di medicina generale, secondo modalità individuate dalle aziende medesime". A beneficiarne però non sarà solo il paziente e chi offre il servizio, ma anche lo Stato che sui costi di alcuni esami specifici risparmierebbe almeno 80 milioni di euro l'anno. Tutto questo ridurrebbe gli accessi inutili al pronto soccorso, ridurre le lista d’attesa, monitorare passo dopo passo la malattia dei pazienti e in particolare nella cronicità.
Verso una medicina del territorio - Secondo quanto si legge dal disegno: "I cambiamenti della domanda di salute e di benessere sociale connessi alle mutate condizioni della popolazione attuale e futura, del contesto sociale (rivoluzione tecnologica/demografica/epidemiologica), mettono in rilievo la necessità di un radicale cambio di paradigma della assistenza, sviluppando sempre di più un approccio di pro-attività e prossimità in grado di prevenire e anticipare le evoluzioni peggiorative delle malattie e in mantenimento della salute". Entro il 31 gennaio 2020, il ministro della Salute dovrà poi approvare un piano dei fabbisogni delle varie Regioni, per distribuire i fondi e incentivare sempre più un'assistenza medica diretta e appunto ben radicata nel territorio. La Corte dei Conti fa sapere che "l'efficacia del provvedimento dipenderà dalla velocità della sua attuazione".