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Francesca Michielin, tra urban e natura: "Riparto da 'Cheyenne', con Mahmood e Charlie Charles"

E' uscito il nuovo singolo della cantautrice che anticipa l'album in arrivo in primavera. E intanto è già stata fissata la prima data live al Carroponte di Milano a settembre 2020. Tgcom24 l'ha incontrata

Ufficio stampa

L’attesa è finita: Francesca Michielin torna con un nuovo singolo, "Cheyenne", con la produzione di Charlie Charles.e l'apporto di Mahmood in fase compositiva. Un brano romantico, nostalgico, pieno di contrasti, che nasconde un cuore synth e ballabile. "E' l'apripista di un progetto che si basa sul dialogo/scontro tra la natura e un ambito urban - dice lei-. Mi rappresenta nel passaggio dalla mia realtà di origine a quella di una grande città". 

Il singolo arriva a un anno e mezzo di distanza dalla pubblicazione del precedente album, " 2640", e anticipa il prossimo importante progetto discografico che uscirà in primavera. "In questo periodo ho studiato tanto - racconta -. Sia a livello teorico per portarmi avanti con gli esami al conservatorio, sia 'sul campo', andando a molti festival". La cantautrice e polistrumentista con tre album all’attivo, torna sulle scene con un brano totalmente inedito che testimonia ancora una volta la sua grande ecletticità e la sua voglia di sperimentare, riconfermandola una delle artiste più complete ed interessanti del panorama attuale.

C'è un filo rosso che unisce il precedente progetto a questo. Dopo "2640" Francesca aveva infatti intrapreso un tour nei club mettendosi alla prova anche con sonorità urban, al punto da inserie in scaletta un pezzo di Kanye West, "Monster": "Kanye West è esattamente la chiave - conferma -. Quando mi sono messa a lavorare sui brani nuovi mi sono interrogata su quello che mi faceva stare meglio e quella canzone mi ha aperto gli occhi su ciò che mi piace fare. Per questo in questo progetto sto sperimentando in quell'ottica anche a livello di testi".

In "Cheyenne" la voce di Francesca si lega in modo speciale alla consolle di Charlie Charles, i tappeti di archi alle percussioni digitali e i vocalizzi tribali al pianoforte. Francesca racconta la melanconia del ricordo, che scatena emozioni quando associata alla vita. L’illusione di aver vissuto qualcosa di grande, che è poi scomparso senza lasciare traccia. "E' una canzone che non ha una vocalità molto fitta e serrata - spiega - ma dal punto di vista testuale è molto fluida, è come un fiume in piena. Ad oggi è uno dei pochissimi brani che non ho scritto io ma l'ho scelto perché lo sentivo particolarmente".

In attesa dell'album, che dovrebbe vedere la luce in primavera, la cantautrice è pronta a tornare anche dal vivo e, per la prima volta, il 20 settembre 2020 suonerà live sul palco del Carroponte, il tempio della musica urban alle porte di Milano. 

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