La pesca selvaggia degli squali rischia di compromettere la salute delle barriere coralline andando ad alterare la catena alimentare dell'ecosistema. Lo rivela lo studio condotto dall'Università di Toronto in collaborazione con l'Istituto australiano di scienze marine e pubblicato su Plos One .
Effetto domino - Jonathan Ruppert, tra gli autori della ricerca, spiega: "Nelle zone in cui il numero degli squali cala per colpa della pesca si registra una diminuzione dei pesci erbivori fondamentali nel preservare la salute della barriera corallina".
Studiosi subacquei - I ricercatori lo hanno verificato sul campo, andando a osservare direttamente quello che accade lungo le barriere coralline che si trovano a 300 chilometri dalle coste nord-occidentali dell'Australia, dove i pescatori indonesiani continuano a dare la caccia agli squali secondo una tradizione secolare grazie ad un accordo stipulato tra i due Paesi.
Aumentano i predatori intermedi - Mark Meekan, capo del gruppo australiano, sottolinea: "Abbiamo osservato un aumento del numero dei predatori intermedi e una riduzione del numero degli erbivori, come i pesci pappagallo. Questi sono molto importanti per le barriere coralline perché mangiano le alghe che altrimenti soffocherebbero i giovani coralli che crescono sulle barriere".