La regista Sofia Coppola ha presentato a Roma il film "Bling Ring", già passato al Festival di Cannes nella sezione Un certain regard. E' la storia (vera) di una gang di 16enni che ha saccheggiato le ville di Paris Hilton, Lindsay Lohan, Orlando Bloom e Kim Kardashian raccogliendo un bottino di tre milioni di dollari. Nella refurtiva c'erano anche oggetti che facevano sentire questi "ragazzini ossessionati come le loro star preferite".
La pellicola ha un cast di esordienti tranne l'ex Hermione Emma Watson, e porta alla luce un caso clamoroso diventato ancora più noto con un articolo di Vanity Fair del 2010 intitolato "The suspects wore Louboutins (I sospetti indossavano Louboutin, ndr)" scritto da Nancy Jo Sales. Sofia Coppola è consapevole che le cattive ragazze di "Bling Ring" che adorano le scarpe di Paris Hilton e non si fanno scrupoli - salvo finire in galera - di intrufolarsi nelle case dei vip per sentirsi parte di quel mondo di luci artificiali, "non siano rappresentative di una generazione ma solo delle sue derive".
Con il culto per i docu-reality che mostrano le vite delle celebrità, con la mania di fotografarli, chattare su Facebook, seguire i gossip che alimentano un intero settore editoriale e televisivo, questi giovani sono diventati criminali. "Il fenomeno, eccessi a parte, non mi sembra al tramonto, anzi la moda dei reality è in crescita", racconta Sofia Coppola che è rimasta colpita dalla vicenda perché dopo essere vissuta per un periodo a Parigi, rientrando in America, ha avuto lo shock per l'impatto con la social media society.
Questi ragazzi "non li tratto come eroi mi metto solo dalla loro prospettiva, per questo non ho cercato contatto con le celebrity vittime tranne Paris Hilton". Entrano con facilità in villoni che nascondono un tesoro di abiti e accessori, "ad un pubblico europeo magari può fare impressione ma a Los Angeles è così, vivono in comprensori dove una volta entrati puoi mettere la chiave sotto lo zerbino come faceva la Hilton, è un classico atteggiamento cool californiano, a New York non capiterebbe".